Secondo recenti studi, la contaminazione dell’acqua per via dell’estrazione di bauxite avrebbe causato seri problemi di salute agli abitanti del Parà, in Brasile.
Molti degli oggetti, anche di uso quotidiano, sono composti da alluminio. Basta pensare a pentole, auto, lattine o scatolette che contengono cibi come tonno, legumi etc. Si tratta di un metallo molto duttile, caratterizzato dal suo color argento, che si estrae principalmente dai minerali di bauxite e successivamente lavorato tramite diversi processi differenti.
La bauxite viene estratta in diversi paesi del nostro Pianeta, principalmente in Australia, Cina e Brasile. Proprio in quest’ultima nazione, sembra che la sua estrazione stia provocando seri problemi.
Estrarre la bauxite, roccia sedimentaria da cui si ricava l’alluminio, rappresenta un processo fondamentale per l’economia mondiale: l’alluminio, difatti, viene utilizzato nella produzione di centinaia di migliaia di prodotti anche di uso comune.
Questa operazione, però, sembra stia creando delle problematiche non di poco conto in Brasile, nazione al secondo posto mondiale per l’estrazione di Bauxite con quasi 36 milioni di tonnellate estratte all’anno. Nel Pará, stato a Nord del Brasile, secondo recenti studi, come riferisce la redazione del portale Mongabay, l’estrazione starebbe avvelenando la popolazione indigena dei Quilombola. Nel dettaglio, sono state condotte dal Laquanam (Laboratorio di Chimica Analitica e Ambientale) e dall’Università Federale del Pará (UFPA) delle analisi sulla contaminazione dell’acqua, dei pesci, del suolo e dell’aria che hanno fatto emergere la presenza di materiali pesanti, dovuti allo scarico delle compagnie che si occupano di estrazione.
Inoltre, sono stati analizzati anche i capelli delle popolazioni autoctone, i cui risultati hanno rilevato la presenza di livelli di cromo, piombo e nichel 27 volte sopra la media. Risultati sicuramente preoccupanti per i residenti dello stato, la cui salute sarebbe messa a repentaglio. A spiegarlo, alla redazione Mongabay, è stato il capo della Laquanam e chimico, il professor Simone de Fátima Pinheiro Pereira che conduce studi dal 2012 nello stato del Parà, precisamente nel comune di Barcarena.
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Molte persone avrebbero sofferto di problemi di salute per via di questa contaminazione dell’acqua. I sintomi maggiormente registrati, come testimoniato dalla stessa popolazione, sono caduta dei capelli, mal di testa, nausea, vomito, diarrea, ma anche piaghe sul corpo. Ad alcuni sarebbe stato diagnosticato anche il cancro.
Una situazione drammatica per la quale è stato chiesto di intervenire all’amministrazione comunale di Barcarena, ma anche al Governo.
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