[galleria id=”1799″]Il disastro della petroliera Prestige, almeno per il momento, è restato senza responsabilità e quindi senza colpevoli. E’ ciò che è successo in seguito alla sentenza giudiziaria, che ha deciso di assolvere tutti gli imputati, perché, secondo gli elementi in suo possesso, non è stato possibile definire quale sia stata la causa che ha fatto affondare la nave.
La sentenza ha assolto il capitano della nave Apostolos Mangouras, il capo macchinista Nikolaos Argyropoulos e l’ex direttore generale della Marina mercantile spagnola José Luis Lopez-Sors, i quali erano stati accusati di crimini contro l’ambiente e di danni alle aree naturali e protette. Soltanto al capitano sono stati inflitti nove mesi di carcere, perché si sarebbe rifiutato di far rimorchiare l’imbarcazione. Il tribunale ha messo in evidenza che gli imputati non erano riusciti a valutare esattamente l’entità del danno; inoltre non sarebbe stato dimostrato che gli uomini conoscessero eventuali carenze strutturali della petroliera.
La ricostruzione dei fatti
La vicenda disastrosa si verificò il 13 novembre del 2002, quando la petroliera Prestige si rovesciò al largo delle coste spagnole. Per sei giorni rimase in mare e poi fu spinta al largo. Qui affondò il 19 novembre, riversando nelle acque del mare 77.000 tonnellate di combustibile che trasportava. I danni ambientali subiti dalle coste della Francia, della Spagna e del Portogallo furono devastanti. La nave, di bandiera delle Bahamas, era partita dalla Lettonia ed era diretta a Singapore.
In base a ciò che era stato raccontato dal capitano, ci sarebbe stato un colpo che aveva determinato l’apertura di una falla nello scafo, con la conseguente entrata di acqua all’interno dei serbatoi. Inizialmente la causa dell’incidente fu rintracciata nella possibilità che l’acqua fosse riuscita ad entrare perché lo scafo era piuttosto vecchio. Successivamente, in seguito ad altri accertamenti, le ipotesi cambiarono e si arrivò a pensare che il colpo potesse essere stato determinato da un tronco trasportato dalle onde. Non furono escluse altre cause, come una manovra sbagliata da parte dell’equipaggio.
Le conseguenze sull’ambiente
Il disastro ambientale seguito all’incidente fu enorme. La marea nera, derivante dal petrolio sversato in mare, riuscì a raggiungere le coste e le invase, procurando una forma di inquinamento indescrivibile. Molti furono i danni che interessarano le forme di vita che fanno parte dell’ecosistema marino. Ci fu una vera e propria strage di delfini, che finirono spiaggiati; le piume degli uccelli rimasero impastate di greggio. Il WWF mise a punto un rapporto sulla situazione, riportando l’allarme del pericolo che il petrolio depositato nei fondali marini poteva comportare, in termini di contaminazione. Il rischio era rappresentato in particolare dal fatto che sostanze inquinanti tossiche potessero entrare a far parte del ciclo alimentare, coinvolgendo anche l’uomo. Tutto ciò, nonostante le dichiarazioni del governo spagnolo andassero sempre nella direzione di una questione sotto controllo.
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