Nel maggio del 1991, un volo della Lauda Air si schiantò al suolo provocando la morte di oltre 220 persone: la ricostruzione del disastro.
Una tragedia immane quella verificatasi il 26 maggio 1991 nel Distretto di Dan Chang, in Thailandia: un aereo di linea precipitò improvvisamente pochi minuti dopo il decollo dall’aeroporto di Bangkok-Don Muang, dove aveva fatto scalo.
Il velivolo appartenente alla compagnia Lauda Air, difatti, era partito da Hong Kong e avrebbe dovuto raggiungere Vienna, in Austria, dopo lo scalo in Thailandia. Purtroppo, però, si schiantò al suolo e nessuna delle persone a bordo, 223 in totale, si salvò.
Volo Lauda Air 004: la dinamica dell’incidente
Il 26 maggio del 1991, un aerea della compagnia austriaca Lauda Air precipitò schiantandosi al suolo nel Distretto di Dan Chang, in Thailandia. Si trattava del volo Lauda Air 004 che copriva la tratta Hong Kong-Vienna.
L’aeromobile quel giorno era partito dall’aeroporto di Hong Kong Kai Tak e, qualche ora più tardi, raggiunse Bangkok, dove effettuò lo scalo previsto dalla tratta. Poco dopo, intorno alle 23, il Boeing 767-3Z9ER ripartì, ma circa sei minuti dopo il decollo, i piloti si accorsero dell’attivazione involontaria dell’inversore di spinta del motore sinistro, ossia del sistema di frenata installato sui motori che permette l’arresto durante le fasi di atterraggio. Per qualche minuto l’equipaggio si confrontò sul da farsi, ma senza richiedere azioni o interventi, probabilmente ignorando l’avviso.
Il copilota, però, si accorse che il sistema frenante era realmente attivato, ma neanche il tempo di riferirlo al comandante che, come si sente dalle registrazioni del Cockpit Voice Recorder – recuperato dopo l’incidente – in cabina si avvertì un cambiamento del rumore dell’aria. Il velivolo a quel puntò, dopo una violenta virata, iniziò a precipitare disintegrandosi in aria per poi schiantarsi al suolo.
A nulla servirono i soccorsi: le 223 persone a bordo, di cui 10 membri dell’equipaggio, persero la vita nell’incidente.
Le indagini
Venne subito avviata un’indagine per ricostruire le fasi della tragedia e risalire alle cause che avevano fatto precipitare il velivolo. Gli investigatori recuperarono alcune componenti dell’aeromobile che vennero sottoposte ai dovuti accertamenti. Da quest’ultimi venne appurato che in volo si era attivato l’inversore di spinta, ma non fu mai chiaro per quale motivo avvenne l’attivazione. Venne avanzata l’ipotesi di un guasto al sistema elettrico.
Emerse, però, che erano state effettuate già diverse segnalazioni di anomalie relative al motore del Boeing rimasto coinvolto nel tragico incidente. Pare, inoltre, che la presenza del guasto, risolto mediante vari interventi anche di sostituzione, non venne mai comunicata alla Boeing. Per evitare tragedie simili, l’azienda produttrice di veicoli procedette modificando il sistema frenante con l’installazione di blocchi meccanici che impedivano l’attivazione in volo dell’inversore di spinta in qualsiasi caso.