Parco Nazionale della Sila, un incidente dai contorni particolari. Un uomo morso dalla vipera nera. Vediamo che cosa è successo.
Il Parco Nazionale della Sila si trova in Calabria, nel cuore dell’altopiano che gli dà il nome, tra cime montuose e profonde valli solcate da torrenti e corsi d’acqua. Le montagne che sfiorano i duemila metri sono ricoperte di foreste e fitti boschi di faggio, di pino laricio, di abeti bianchi nella fascia più alta. E di quercia, di castagno, di rovere nelle parti più basse.
Anche la fauna è ricca di specie dai mammiferi, come il capriolo, il cervo, il tasso, il ghiro, il lupo, la volpe, agli uccelli, dal falco pellegrino al germano reale, ai rettili. Proprio un rettile è protagonista dell’episodio avvenuto qualche giorno e che ha coinvolto anche un cercatore di funghi.
Il fatto è avvenuto qualche giorno fa in un’area boschiva del Parco Nazionale della Sila ad una altezza di circa 1.400. Durante un’escursione alla ricerca di funghi un uomo è stato morso da un rettile ad una gamba. Il forte dolore e l’immediato bruciore hanno spinto l’uomo a recarsi immediatamente presso l’ospedale di San Giovanni in Fiore, località all’interno dell’area protetta, in provincia di Cosenza.
In ospedale, è stato contattato un esperto della Polizia Provinciale, in grado di riconoscere la specie del serpente responsabile dell’incidente. Infatti l’uomo era riuscito a portare con sé il corpo del rettile, ucciso dopo il morso. All’inizio sembrava che il serpente fosse un biacco nero, innocuo per gli esseri umani. In realtà l’esperto ha immediatamente individuato la specie: si trattava di una vipera aspis hugyi, presente in tutta l’Italia meridionale.
Il riconoscimento ha permesso la somministrazione del siero adeguato e l’uomo dopo qualche giorno di ricovero è stato dimesso. Ma vi è un altro aspetto interessante, di solito il colore di questo serpente è bruno-fulvo chiaro o in alcuni casi grigiastro. Il rettile in questione era completamente nero, tanto da far pensare che si trattasse della vipera nera della Sila, chiamata così dagli anziani del posto.
In realtà in natura esistono degli esemplari melanici di questa vipera, cioè con una particolarità genetica che determina un eccesso di pigmentazione nera, nota come melanismo. Così il corpo di questi serpenti, abbastanza rari, appare completamente nero, tanto da far pensare a un’altra specie. Esistono anche esemplari melatonici, dove il nero prevalente dell’epidermide si unisce ad altri colori.
Dunque un incontro con una rarità quello capitato al cercatore di funghi, concluso senza grossi danni se non per lo sfortunato serpente. Le vipere, seppur velenose, sono animali schivi, che tendono ad allontanarsi in presenza dell’uomo. Occorre però fare sempre caso a dove si mettono mani e piedi, quando si va in montagna, in campagna o per funghi e prestare sempre la massima attenzione.
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