I dissalatori verranno presto potenziati in Italia per risolvere la crisi idrica. Il problema è che accanto ai vantaggi ci sono anche degli svantaggi
La crisi idrica in Italia deve passare per forza attraverso un miglioramento delle infrastrutture. È noto che fla rete idrica nostrana abbia numerose falle, che fanno disperdere una quantità imressionante di acqua. Accanto a questo passaggio essenziale e necessario, si possono cercare altre soluzioni alla siccità. Come l’utilizzo dei dissalatori. Questa pratica è molto utilizzata in Paesi come L’arabia Saudita, l’Oman, Qatar, Dubai, Nevada, Australia e Spagna, dove l’acqua desalinizzata ricopre oltre il 50% del fabbisogno della popolazione. Mentre in Italia la percentuale si attesta allo 0,1% dell’acqua potabile.
In Puglia in particolare, il progetto di costruire nuovi dissalatori, dato che le aziende italiane lo fanno per l’estero, è un programma a stretto giro. Il comune di Taranto ha bandito da poco una gara per la costruzione del più grande dissalatore d’Italia. È davvero la soluzione definitiva per la gestione della crisi idrica?
I dissalatori sono delle macchine che funzionano grazie ad una membrana che riesce a separare l’acqua dal sale ed altri minerali in essa contenuti. In questo modo quello che ne esce è acqua potabile che deriva dall’acqua marina. Si presentanodiversi ordini di problemi. Il primo è legato alle scorie. La parte che viene trattenuta dalla membrana è una specie di salamoia, che non contiene solo sale, ma anche altre sostanze che potrebbero danneggiare l’ambiente e che andrebbero smaltite come scorie. E questo è un altro lavoro da sostenere. Inoltre la desalinizzazione consente di recuperare circa il 50% dell’acqua. Poco di più nei modelli più avanzati.
La sottrazione copiosa di acqua dal mare potrebbe avere un forte impatto negativo sulla flora e la fauna marittima, specialmente ora che i cambiamenti climatici stanno modificando la quantità e le temperature dell’acqua di mare. Inoltre i dissalatori sono macchinari molto costosi che consumano un’enorme quantità di energia. Dunque se da una parte aiutano la crisi idrica, dall’altra hanno un importante impatto ambientale, sia al livello energetico, di scorie, che di variazione degli equilibri marini.
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