Doc, Docg, Dop, Igp, Igt sentiamo spesso parlare con queste sigle ma conosciamo il vero significato? Ecco allora tutto quello che c’è da sapere per essere bene informati.
Amiamo il buon cibo ed il bere bene, diciamo che queste sono caratteristiche che meglio possono qualificare il cittadino italiano. Nel nostro Paese si sa, si mangia davvero bene ed ogni alimento è sempre fonte di gusto. Tra i migliori produttori al mondo, il segreto del nostro cibo risiede nella sua varietà. Un modo di vivere che spesso quando siamo all’estero anche per pochi giorni ci viene a mancare.
Ma oltre la varietà e chiaramente la qualità che ci valorizza, ma come ogni cosa però anche questa negli anni è stata messa a duro rischio. Per evitare di incorrere in queste falsità gastronomiche, impariamo a riconoscere le sigle che vengono apposte su cibo e bevande per accertarne la provenienza ed altre caratteristiche che adesso vedremo.
Doc, Dop, Docg, Igt ed Igp sono queste le sigle ricorrenti che possiamo trovare su alimenti e bevande. Sono etichette molto simili tra loro nonché facili da ricordare ma il pericolo che creino confusione è sempre dietro l’angolo. Quindi impariamo a scoprire cosa si celi dietro questi acronimi, un’occasione per impararlo una volte per tutte.
La sigla 𝐃.𝐎.𝐂. serve ad identificare la zona di origine del vino. Nonché tutta la fase produttiva, quindi dalla raccolta alla lavorazione delle uve, nonché il territorio. Per conferire questo riconoscimento, vi è una Commissione che valuta la sussistenza di precisi requisiti. Se si mantiene per 10 anni la D.O.P. allora un vino compie uno step successivo ottenendo la certificazione D.O.C.G, che rappresenta il lusso dei vini. Assegnato solo a chi ha superato il controllo del processo dell’imbottigliamento, la gradazione alcolica, gusto e profumi.
𝐃.𝐎.𝐏.,è una certificazione usata in ambito europeo ed ingloba le due appena citate La Dop però si riferisce anche ai cibi. Si valuta che il prodotto venga eseguito nella stessa area geografica dove provengono le materie prime. 𝐈.𝐆.𝐏, questo marchio è ritenuto come la versione più permissiva della Dop, ciò che conta infatti è che solo una delle fasi di lavorazione sia avvenuta all’interno del territorio specificato. Non comprende solamente vini ed è quella riconosciuta a livello europeo.
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