I carabinieri hanno condotto un’operazione nella mattinata di oggi che ha portato ai domiciliari due dirigenti scolastici ed una dipendente di un negozio.
All’alba di questa mattina, un’operazione eseguita dai carabinieri di Palermo ha portato all’arresto di Daniela Lo Verde, preside della scuola Giovanni Falcone, del vicepreside Daniele Agosta e di una dipendente di un negozio di elettronica.
I tre sono finiti agli arresti domiciliari con le accuse di peculato e corruzione. Secondo quanto riscontrato dagli investigatori, i dirigenti avrebbero dichiarato il falso per ricevere finanziamenti Pon e avrebbero affidato in esclusiva la fornitura di materiale elettronico ad un negozio ricevendo in cambio dispositivi.
Daniela Lo Verde, preside della scuola Giovanni Falcone, sita nel quartiere Zen di Palermo, e nota esponente antimafia è finita agli arresti domiciliari con le accuse di peculato e corruzione. Ai domiciliari anche il vicepreside dell’istituto Daniele Agosta ed una dipendente di un negozio di elettronica, Alessandra Conigliaro.
L’operazione dei carabinieri del capoluogo siciliano, ribattezzata “La coscienza di Zen-O”, in riferimento proprio al quartiere palermitano dove si trova la scuola, è scattata questa mattina all’alba. Dalle indagini, durate oltre un anno, come riportano alcune fonti locali la redazione di Tgcom24, sarebbe emerso che i dirigenti avrebbero attestato il falso per ottenere dei finanziamenti destinati ad alcuni progetti Pon che non sarebbero stati mai realizzati o realizzati in parte.
Inoltre, i militari dell’Arma avrebbero individuato all’interno dell’ufficio della preside un’ingente quantitativo di prodotti alimentari e dispositivi elettronici che erano destinati agli alunni della scuola, ma prelevati dai dirigenti per le loro necessità. Alcuni prodotti della mensa sarebbero stati portati anche a casa dalla preside.
Circostanze emerse dalle immagini riprese da alcune telecamere nascoste piazzate nell’istituto e dalle intercettazioni.
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Infine, secondo gli inquirenti, riporta Tgcom24, sarebbe stato riscontato il fatto che i dirigenti avrebbero preso degli accordi con un negozio di materiale elettronico per la fornitura scolastica ricevendo in cambio dispositivi, come tablet e smartphone.
La preside Lo Verde, che era stata anche insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica, era molto nota in città per il suo impegno contro la mafia e le battaglie per la legalità
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