Vi sono storie che hanno dell’incredibile come quella di Zahra Abutalib, che ha partorito un bambino di pietra dopo 46 anni di gestazione.
Lo stato di gravidanza, per molte donne, è vissuto con gioia e trepidazione: la voglia di diventare mamma spesso è sufficiente a controbilanciare i possibili fastidi fisici che si provano durante i 9 mesi di gestazione, pensiamo ad esempio alle nausee mattutine, alle restrizioni alimentari da rispettare, ma anche al senso di pesantezza dovuto alla presenza di un bimbo che cresce nella pancia.
Per altre, invece, non è una condizione piacevole e, in alcuni casi, si può sfociare in veri e propri disturbi psicologici dovuti allo stato di gravidanza. Tale condizione è definita tocofobia, precisamente paura del parto. Questo stato ansioso può essere invalidante per la madre, avere effetti a lungo e breve termine sia sulla mamma che sul feto e, in alcuni casi, ad esempio, prolungare il travaglio.
Una condizione simile è quella che ha afflitto una donna marocchina negli anni ’50, la cui storia ha fatto scalpore per la sua incredibile evoluzione. Nel 1955 Zahra Abutalib aveva 26 anni ed era incinta del suo primo figlio: una condizione che la spaventava e che non ha fatto che peggiorare dopo aver visto una donna morire di parto nell’ospedale in cui avrebbe dovuto partorire.
In seguito all’accaduto, dunque, Zahra è fuggita dall’ospedale, resistendo ai dolori lancinanti di un travaglio che già durava da ore. Eppure la ventiseienne si rifiutò di partorire, sostenuta anche dalla credenza popolare che un bambino potesse restare a dormire per sempre nel grembo della madre proteggendone l’onore.
Zahra non ha mai partorito e i dolori si sono fermati dopo 3 giorni, fino a quando, 46 anni dopo e all’età di 75 anni, la donna ha ricominciato a sentire fitte di dolore lancinanti. A quel punto ha dovuto sottoporsi a una visita specialistica, con la quale è stata fatta una scoperta incredibile.
La donna aveva avuto una gravidanza extrauterina e il feto, cresciuto fuori dall’utero, era rimasto per anni nel ventre della donna fino a essere ricoperto di una guaina di calcio che lo aveva reso un vero e proprio bambino di pietra. In seguito è servita un’operazione di ben 4 ore per rimuovere il corpo estraneo dal ventre della donna, che si è conclusa nel migliore dei modi.
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