Dalle profondità della terra, dopo un terremoto emerge dal terreno un serpente, ma di pietra. Un reperto di grande valore, ora sotto custodia e studio.
Dopo il terremoto accaduto a settembre scorso, dalle viscere della terra, un serpente molto particolare è strisciato fuori dal terreno. Una testa enorme che ha acceso l’interesse di tutti. No, non è un film fantascientifico, né una punizione divina; parliamo di un ritrovamento archeologico molto particolare. Il reperto che è uscito fuori è una scultura di un serpente di dimensioni notevoli, con ancora colori e lavorazione scultoria intatta. Ora sotto custodia, proprio per motivi di mantenimento, è oggetto di studi per la cultura Atzeca.
Ritrovamenti assurdi: il serpente di pietra dopo un terremoto
Il reperto risulta avere 500 anni e si trova in ottime condizioni. I colori utilizzati per decorare la scultura sono rimasti intatti, grazie allo strato di fango che ha coperto l’opera e l’ha tenuta al sicuro e sotto un livello di umidità ottimale al mantenimento. L’opera ha notevoli dimensioni, parliamo di una testa di serpente alta 1 metro e lunga 1,80 metri, con un peso stimato di 1,2 tonnellate. Sicuramente uno dei serpenti più grandi mai visti, anche se una statua. l’80% della superficie è policroma, si riscontrano tonalità di ocra, rosso, blu, nero e bianco.
Tanto è il timore che si possa iniziare a rovinare, una volta tolto dalla copertura di fango che aveva naturalmente, che per più di un anno non sarà possibile studiarlo a “mani nude“. Questo straordinario ritrovamento è stato fatto nella ex scuola di Giurisprudenza dell’UNAM, grazie agli operatori del Ministero della Cultura e dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH). La stanza del ritrovamento è stata sigillata proprio per gestire l’ambiente affinché si mantenga l’opera.
Dalla terra all’archeologo: il ritrovamento di una scultura Atzeca
L’opera, ora, oltre ad essere custodita, come sopra spiegato, viene studiata dal personale del Laboratorio Scientifico Nazionale per la Ricerca e la Conservazione del Patrimonio Culturale, insieme All’archeologo Moramay Estrada Vàzquez. Quest’ultimo sta coordinando un progetto di salvataggio dell’opera, ma anche degli studi sulla temporalità, l’iconografia ed il simbolismo dell’oggetto scultoreo. La scultura è sotto lo studio di molti esperti, affinché si comprendano al meglio le implicazioni culturali e religiose che assume l’opera nel panorama Atzeco.
Infatti questo ritrovamento riporta nuovo interesse e nuova luce sulla ricerca storica e culturale dei Mexica (Atzechi), riportando all’attenzione l’importanza della conservazione accurata dei reperti. Un ritrovamento archeologico unico che ci dimostra quanto sia sepolto sotto le nostre città e sotto i luoghi che viviamo normalmente. Città storiche che con il tempo hanno costruito strati di città, sotterrando, nascondono tesori che continuamente rinveniamo, ma questa volta per un evento più raro: un terremoto. La natura rigetta l’opera di uomini creata 500 anni prima, riportando alla luce il maestoso serpente, probabilmente opera di culto e di adorazione. Un pezzo unico e rarissimo che, non appena si riuscirà a conservare al meglio e verrà studiato affondo, sarà disponibile per essere osservato.