La nascita di un bambino è un evento che riempie i cuori di gioia. Ma a pari passo aumentano le spese e la produzione di rifiuti. Ecco dove buttarli
Dopo la gioia iniziale della nascita di un figlio, questa viene in parte sommersa dalla stanchezza e dai pannolini che, oltre ad invadere la casa, riempiranno velocemente i secchi della pattumiera. Un bebè appena nato, infatti, deve essere cambiato dalle 4 alle 10 volte al giorno. Ovvero ogni qual volta che il bambino farà la cacca o la pipì.
Una spesa davvero importante che incide, e tanto, sulle spese di una famiglia. Ma a peggiorare la situazione ci potrebbero essere le multe che potrebbero derivare dal mancato differenziamento dei pannolini nel cassonetto della spazzatura sbagliato. La sanzione amministrativa, per l’utilizzo del bidone errato , varia dai 25 € fino a toccare un massimo di 155 €. Ecco perciò come fare per evitare la multa
In una famiglia che ha da poco accolto un bambino evitare una multa è fondamentale visto le tante spese che questa deve affrontare tra l’acquisto di pannolini, fasciatoio, seggiolino, culla, passeggino e carrozzina. Quindi risparmiare anche 25 euro da una mancata multa diventa fondamentale. Quindi sorge spontanea la domanda dove si buttano i pannolini usati, sporchi e maleodoranti?
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La normativa al momento riferisce che i pannolini debbono essere gettati nei secchioni dell’indifferenziato o, in alternativa, possono essere portati al centro di raccolta. Non bisogna dimenticare infatti che questi sono davvero difficili da smaltire in quanto molto resistenti. Motivo per cui se venissero buttati per strada, in acqua o abbandonati in mezzo alla natura la multa sarebbe di circa 1.800,00 €. Una sanzione salatissima perché servirebbero tantissimi anni perché si decomponga.
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In alternativa ai pannolini usa e getta esistono anche quelli biodegradabili. Questi possono, sebbene più costosi rispetto a quelli tradizionali, sono realizzati con sostanze naturali e più facili, di conseguenza da smaltire E di conseguenza vanno nell’organico. In ogni caso è però chiamare il proprio Comune per avere informazione sulla corretta modalità di smaltimento, visto che alcune città potrebbero inserirle nel secco.
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