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Dove vanno gli animali dopo la sperimentazione? Conigli, topi, cavie, che destino hanno dopo quello, già triste, di essere sottoposti ai più diversi esperimenti? La legge che regola la protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici è la N.116/92 (aggiornata nel 2004) e prevede un metodo alternativo alla soppressione una volta terminati i test (pratica per altro ancora diffusa ad esempio nei test di tossicità ad uso ripetuto e a tutti quelli dove il proseguire della vita sarebbe troppo dolorosa). I centri di ricerca specializzati possono infatti decidere di donarli a centri di rifugio, come La collina dei conigli onlus di Monza, che raccoglie più di 300 animali tra piccoli e medi roditori provenienti da tutta Italia.
Tutti ricordiamo uno dei casi che ha riportato sotto i riflettori il dibattito della sperimentazione animale, ovvero i beagle di Green Hill. Spesso quelli utilizzati a fini sperimentali non ricevono nessun tipo d’imprinting, hanno vissuto in ambienti sterili e quindi costantemente in pericolo per i patogeni con i quali potrebbero venire a contatto, per non parlare della sindrome da deprivazione sensoriale, che rende questi esemplari quasi senza coscienza di se stessi in quanto cane, gatto, scimmia o coniglio. E’ bene specificare che nessun centro è obbligato a donare “le sue cavie” e soprattutto a palesare i trattamenti ai quali sono stati sottoposti: “Esistono però dei centri più sensibili all’argomento, che grazie al passaparola ci contattano per fare in modo che quelli da loro utilizzati abbiano una nuova vita o un destino diverso dalla soppressione” ci racconta Fulvio Fiorio, il responsabile del centro La collina dei conigli onlus “inoltre alcuni, topi o conigli, sono animali in esubero, che non sono stati toccati da nessun tipo d’esperimento”.
Gli animali che arrivano al centro di Monza provengono in larga parte da centri per la sperimentazione e hanno subito principalmente iniezioni di vario genere, dai sieri agli anestetici, mentre alcuni conigli, ad esempio, sono stati impiegati per dei test su delle macchine per la rianimazione neonatale. Come si muovono i volontari? “Dopo aver preso contatti con i diversi centri, questi dichiarano che non sono animali pericolosi per la salute pubblica e molte trasferte per il recupero le organizziamo noi – continua Fulvio – altre invece ci arrivano direttamente qui al rifugio”. Una ventina di volontari assidui e altri 15 che danno una mano in modo saltuario, insieme ad alcuni veterinari, cercano di gestire un’attività lodevole di riabilitazione e adozione di piccoli roditori. Quali sono le principali difficoltà? “Questi animali hanno vissuto quasi sempre in gabbia e presentano quindi due principali problemi: la muscolatura, poco sviluppata per il poco spazio a disposizione precedentemente, e l’alimentazione, abituati a quella artificiale. Per questo facciamo tanta riabilitazione, tutta per gradi. All’inizio ad esempio non possiamo farli correre, perché potrebbero farsi male” ci racconta il responsabile.
Un percorso lungo di supporto psicologico continuo anche nel loro rapporto con l’uomo, che fino a qualche tempo prima, in casi fortunati, era quello che portava loro da mangiare, mentre in altri era quello che faceva loro del male: “Ci sono stati casi dove alcuni conigli emettevano quasi degli urli ogni volta che vedevano un essere umano. I nostri percorsi hanno però avuto un recupero del 100% – continua soddisfatto Fulvio – ovviamente ci sono quelli più propensi a diventare docili e altri meno, ma sono pochissimi i casi che hanno visto riportare indietro gli animali dopo l’adozione e legati principalmente a improvvisi cambiamenti della famiglia in questione”. Essendo animali territoriali, all’interno della Onlus, difficilmente possono stare liberi in una stanza tra esemplari maschi, per questo viene effettuata una rotazione nei locali del centro per permettere a tutti d’avere la loro libertà. L’adozione avviene solitamente per coppie di conigli ed è contemplata anche quella a distanza. E’ possibile acquistare il calendario con le foto degli animali, che servirà per finanziare le attività di volontariato (potete acquistarlo anche online scrivendo all’e-mail promozioni@lacollinadeiconigli.net). Il lavoro di questi centri di rifugio e recupero è importantissimo, ed è un modo per cercare di rendere meno triste una vita altrimenti chiusa in una gabbia di laboratorio.
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