Una particolarità mai osservata prima nei draghi di Komodo apre nuovi scenari che riguardano anche un antico passato e spaventosi predatori di milioni di anni fa.
Draghi di Komodo, se ci sono degli animali affascinanti e suggestivi si tratta sicuramente di questa specie unica di varani. A vederli sono in parecchi a spaventarsi, date le loro grosse dimensioni. Un maschio adulto può arrivare a pesare anche più di 90 chili ed a raggiungere la ragguardevole lunghezza di più di due metri e mezzo.
Non c’è da stupire che vengano chiamati draghi. Si tratta degli esemplari di lucertola più grandi presenti al mondo e Madre Natura ha concepito per loro un sistema molto efficace per farne dei temibili predatori. Con un solo morso, i draghi di Komodo sono capaci di stroncare la loro vittima designata, persino i bufali d’acqua, che possono avere un peso di ben mezza tonnellata.
Sono così chiamati in quanto popolano l’isola di Komodo e dintorni, in Indonesia. Secondo gli studiosi, i loro antenati erano anche più grandi in quanto a dimensioni. E popolavano la Terra nell’epoca geologica del Pleistocene, quando gli insetti ed altri animali avevano delle proporzioni gigantesche.
Basti pensare alla meganeura, una libellula gigante lunga più di mezzo metro. Nel tardo Carbonifero la fauna era tutta così. Riguardo ai draghi di Komodo, le scoperte nei confronti di questa specie sembrano non avere mai fine. L’ultima, assai sorprendente, riguarda la loro particolare dentatura.
Quanto è pericoloso il drago di Komodo? Tantissimo, grazie ai suoi denti
Dotati di una mascella potente, i draghi di Komodo possiedono una dentatura seghettata della quale è emersa ora una proprietà mai osservata prima. Alcuni studiosi del King’s College di Londra, capitanati dal professor Aaron LeBlanc, hanno svelato che i denti di questi enormi varani sono dotati di un rivestimento in ferro.
Ciò serve per potere masticare con maggiore vigore. Il professor LeBlanc descrive i denti dei draghi di Komodo come “dei rasoi che mantengono costantemente affilati”. Lo studio in questione ha trovato pubblicazione sulla rivista di settore “Nature Ecology & Evolution”. E si tratta di una scoperta molto importante per un motivo ben preciso.
Infatti tutto ciò può fornire delle informazioni fino ad oggi sconosciute su come facessero i grossi predatori della preistoria a cacciare. Si pensa che anche i più temibili dinosauri carnivori che popolavano il pianeta – primo fa tutti il T-Rex – avessero una caratteristica simile, con ferro a rivestire i loro enormi denti aguzzi.
In particolare il ferro è presente nelle pigmentazioni arancioni presenti sulle punte e sulle dentellature. Si tratta della prima volta che tale peculiarità viene osservata. Altre cose da sapere sui draghi di Komodo riguardano la loro scarsa popolazione rimasta. Se ne contano poco più di tremila unità in tutto il mondo.
Con i draghi di Komodo non sono mancati incontri documentati con gli umani. Ed anche con il lieto fine, c’è da dire. Ma di certo trovarsi con un mostro del genere davanti non può che suscitare grosso spavento.