A Baschi, in provincia di Terni, nel 1945 un incidente ferroviario provocò la morte di 70 persone: cosa è accaduto quel 13 giugno.
Siamo nel 1945: il Bel Paese è ormai in ginocchio e devastato dai bombardamenti, quando un altro, l’ennesimo episodio, sconvolgerà l’Italia. Un terribile incidente si consumerà qualche ora dopo il tramonto del 13 giugno. La Penisola stentava, faticava a voltare pagina e a decollare verso la libertà: il secondo conflitto stava diventando solo un brutto ricordo e la rinascita cominciava a diventare non solo un miraggio.
Mentre Roberto Rossellini ci raccontava il neorealismo ed esprimeva con tutta la sua forza la passione per il cinema con il film: “Roma città aperta” e Anna Magnani conquistava la fama che l’avrebbe resa l’attrice italiana per eccellenza. Da Torino arrivava una grande novità, perché andava in stampa la prima copia di TuttoSport. Quello stesso anno veniva al mondo in Giamaica un uomo che cambierà il mondo della musica: Bob Marley.
Le lancette dell’orologio della stazione di Baschi, comune in provincia di Terni, segnavano, ormai, le 20 quando decine di passeggeri si apprestavano a saltare su un treno. Nulla poteva far presagire la tragedia che da lì a poco si sarebbe consumata.
Il capostazione di Baschi indicò al macchinista del treno merci, su cui era trasportato anche carburante, di cominciare a muoversi, ma lo invitava a procedere con cautela, questo sarebbe servito a svuotare il binario di accesso. Purtroppo, però, complici la confusione e le moltissime persone che vociferavano, non fecero intendere il messaggio al macchinista. Un gesto male interpretato sarà fatale e distruggerà la vita di decine di persone.
Passeranno pochi minuti e altrettanti chilometri, quando il convoglio che ormai aveva lasciato lo scalò entrò in collisione con un altro convoglio proveniente da Orte, su cui viaggiavano diversi soldati italiani e quattro inglesi. Dopo lo schianto, più di dieci vagoni deragliarono, i recipienti contenenti carburanti si rovesciarono portando all’inevitabile scoppio di un incendio. La redazione de Il Tempo all’epoca riportava: “Avveniva una serie di paurose esplosioni e ben presto il luogo delle scontro si trasformava in una bolgia di fuoco”. Dalle 21:30 di quella terribile sera si consumerà uno fra gli incidenti più gravi avvenuti nel nostro Paese.
I soccorsi non tardarono ad arrivare e fu inviato sul luogo della tragedia anche un treno ospedale. Le fiamme avevano già inghiottito diversi passeggeri, il bilancio era incalcolabile considerata la situazione ed il devastante rogo che aveva inghiottito le carrozze. La corsa contro il tempo era necessaria, in quel momento l’Ospedale di Orvieto si trovò ad ospitare centinaia di feriti. I corpi delle vittime vennero riconosciuti e furono 70 anche se inizialmente si era parlato di un numero di vittime ben più alto, oltre il doppio.
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