La difficile situazione della regione Campania per la gestione dei rifiuti non vede tregua nemmeno durante le feste: la zona di Terzigno è, in assoluto, la più martoriata. Le discariche dei rifiuti sorgono, infatti, in un parco naturale -come quello del Vesuvio-protetto a livello internazionale. Le cave sono scavate ed erose per infilarci, senza rimedio, qualsiasi tipo di rifiuti. Un vero e proprio tumore che, con la sua scure di morte, si abbatte sul territorio, sull’ambiente e sulle persone.
È lo stato di salute delle persone quello che dovrebbe più allarmare le autorità, oltre ad un impatto ambientale devastante a cui -però- sembra essersi abituati con gran facilità. Senza una politica adeguata di smaltimento dei rifiuti e senza l’attuazione mirata della raccolta differenziata, storie come quelle dei cittadini della zona continueranno ad essere all’ordine del giorno. Come quelle della signora Rosa, ad esempio, che aggiorna con drammatica puntualità la mappa dei malati di tumore che popolano nel territorio. Ogni giorno si ammala qualcuno, ogni altro giorno muore qualcuno. Tutti circondati dall’eternit, da rifiuti industriali, da qualsiasi tipo di mondezza che emana un odore nauseabondo, che impedisce loro una vita normale, e sana.
Il problema, chiaramente, non è solo l’odore, ma quello che porta con se. Tracce di morte, discariche di rifiuti vicine ai centri abitati poche centinaia di metri e non chilometri -come invece dovrebbero essere-. Anche i dottori lanciano l’allarme e testimoniano come in Campania non si sia mai visto un luogo di raccolta rifiuti, soprattutto quelli più delicati gestiti dalle aziende, a norma di legge: un’anomalia che passa nell’indifferenza dei più, perché tanto non tocca il resto degli italiani.
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