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E-Cat domestico, come funzionerà il reattore a fusione fredda

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e cat domesticoCome funzionerà l’E-Cat domestico? Si parla tanto in questi ultimi mesi dell’invenzione di Andrea Rossi, che sostiene di aver messo a punto un reattore a fusione fredda che porterebbe grandi vantaggi in termini di risparmio energetico. Ancora da molti queste informazioni vengono prese con le pinze, ma lo studioso italiano ha deciso adesso di dare qualche informazione in più su questo prodotto che si pone l’obiettivo ambizioso di effettuare una vera e propria rivoluzione anche per quantro riguarda il riscaldamento domestico.

Innanzi tutto l’E-Cat domestico funzionerà in modo simile ad una caldaia. Si tratta di un prodotto che darebbe la possibilità ai potenziali utenti di avere a disposizione acqua calda, per tutti gli utilizzi possibili e anche per l’impianto di riscaldamento della casa. In alcuni casi potrebbe esserci la necessità di avere due E-Cat per produrre la necessaria quantità di energia richiesta.
La reazione nucleare all’interno dell’E-Cat deve avvenire costantemente, quindi l’elettrodomestico dovrà essere sempre in funzione. Per questo è stato integrato anche un sistema per produrre una minore quantità di energia quando non serve una grande produzione.
L’energia elettrica sarà necessaria per il funzionamento dell’E-Cat domestico. Servirà all’inizio, per accendere il dispositivo e per le prime fasi del funzionamento (2,8 kWh), e successivamente, per far funzionare l’E-Cat. In quest’ultimo caso però l’energia elettrica non sarà necessaria se la potenza sarà al minimo, ma i consumi potrebbero arrivare a 2,7 kWh quando sarà al massimo del suo funzionamento.
Il consumo medio dell’E-Cat domestico dovrebbe essere di 1,2 KW, quanto 30 lampadine da 40 watt, un consumo sicuramente conveniente se consideriamo che si potrebbe avere acqua calda continuamente e riscaldamento in tutta la casa.
E-Cat: cos’è e come funziona
L’E-Cat (Energy Catalyzer) è stato presentato come un’invenzione in grado di rivoluzionare il sistema energetico globale. Si tratta di una sorta di scaldabagno LENR, che è capace di produrre calore attraverso la messa in atto di un processo di fusione nucleare fredda. L’invenzione, o presunta tale, è stata ampiamente reclamizzata in rete, anche se molti dubbi sorgono su di essa, anche perché il suo inventore, l’ingegnere italiano Andrea Rossi, ha voluto mantenere il segreto sul suo lavoro e non ha voluto dare specifiche anticipazioni sulla sua invenzione. Tra l’altro è stato reso noto che il primo E-Cat sarebbe stato acquistato da un ente militare, ma tutto è top secret.
Le caratteristiche dell’E-Cat

La presunta invenzione dell’E-Cat arriva in un momento particolarmente difficile a livello economico, in cui la crisi sta facendo la sua parte e in cui i tagli agli incentivi e gli aumenti delle bollette dell’energia elettrica si fanno sentire. Da questo punto di vista l’E-Cat si propone come un’invenzione rivoluzionaria. Infatti l’E-Cat potrebbe proporsi come un’alternativa nel settore del riscaldamento domestico e di quello industriale. Se fosse vero, l’E-Cat potrebbe fare in modo di ridurre la dipendenza dal gas importato e tutto ciò rappresenterebbe importanti vantaggi economici, oltre che ambientali. Inoltre si potrebbero realizzare delle centrali elettriche a fusione fredda, che sarebbero economiche e sicure dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Il funzionamento dell’E-Cat
L’E-Cat sarebbe un apparato in grado di produrre una grande quantità di energia termica attraverso una reazione di fusione nucleare. Grazie all’impiego della tecnologia LENR (Low Energy Nuclear Reaction), l’E-Cat sarebbe in grado di sviluppare una quantità di energia superiore di molto a quella immessa. Ma come funziona esattamente l’E-Cat? In pratica un protone, che proviene da un atomo di idrogeno, si fonderebbe con un nucleo di nichel. Il risultato di tutto ciò è la formazione di rame. I componenti immessi nell’E-Cat sono polvere di nichel e idrogeno. Esiste però un segreto per ciò che riguarda il componente misterioso che svolge la funzione di catalizzatore. Si sa soltanto che si tratterebbe di un elemento reperibile in maniera facile e piuttosto economico.
La fusione nucleare fredda

La fusione nucleare fredda consiste in un processo atomico diverso dalla tradizionale fissione nucleare. L’effetto più eclatante consiste nel fatto che non si producono scorie radioattive. Sfruttando questo meccanismo, Andrea Rossi sarebbe riuscito a produrre energia elettrica a basso costo e allo stesso tempo un tipo di energia pulita, senza conseguenze sulla sostenibilità ambientale.
I dubbi sull’E-Cat
Le reazioni nucleari a bassa energia, che sarebbero alla base del principio di funzionamento dell’E-Cat, non sono riconosciute dalla comunità scientifica. Più che altro occorrerebbero delle prove sperimentali inequivocabili, che andrebbero a rivoluzionare anche le leggi della fisica. Occorrerebbero rigore e trasparenza. Dovrebbero intervenire esperti esterni, in modo da assicurare la veridicità scientifica del dispositivo. Andrea Rossi si è limitato più che altro a delle dimostrazioni pubbliche e non ha fatto delle vere e proprie verifiche sperimentali aperte a tutti.
Negli esperimenti pubblici realizzati da Andrea Rossi sono stati coinvolti pochi esperti e potenziali acquirenti. Tra l’altro nessuno dei presenti ha avuto la possibilità di ispezionare la macchina o di prendere visione diretta dell’andamento del test, visto che i risultati ottenuti sono stati solo comunicati. Per questo la notizia non può essere data per certa e per molti versi appare come una bufala. Non resta che seguire gli sviluppi della vicenda.
Gli esperimenti di Francesco Piantelli
La ricerca relativa alla fusione fredda ha ottenuto delle novità, che sono state presentate nel corso di una conferenza che si è svolta dal 10 al 14 aprile. Le novità riguardano in particolare una reazione che, se venisse confermata, sarebbe ancora una volta una vera e propria forma di concorrenza nei confronti del progetto che Rossi ha presentato. L’E-Cat, insomma, potrebbe avere un concorrente, anche se tutto è ancora da dimostrare.
Ad affermarlo comunque è Francesco Piantelli, esperto di biofisica dell’Università degli Studi di Siena. Lo scienziato ha infatti comunicato di aver raggiunto un risultato veramente interessante, presentato proprio nel corso della conferenza degli scorsi giorni.
Piantelli, che ha collaborato agli studi sulle LENR, ha spiegato di aver realizzato una reazione nel corso della quale viene prodotta una quantità di energia in eccesso davvero notevole. Non solo, Piantelli avrebbe anche creato una società, chiamata Nichenergy, che si propone di effettuare esperimenti usando nichel e idrogeno per mettere a punto delle innovazioni importanti.
Si continua quindi a discutere di fusione fredda e in particolare del fatto che, secondo Piantelli, si può sviluppare energia in eccesso a partire da reazioni nucleari a bassa energia (le LENR, appunto). Ancora una volta si pensa ad un progetto di questo genere, capace di realizzare prodotti che riescano a sfruttare sempre di meno le fonti di energia tradizionali.
Rivolgersi a fonti non fossili potrebbe essere una soluzione alternativa che da sempre si tenta di raggiungere nella pratica. Ma forse, molto probabilmente, la strada è ancora lunga.

Gianluca Rini

Gianluca Rini è stato collaboratore di Ecoo dal 2010 al 2019, occupandosi di alimentazione sana, riciclo creativo ed ecologia.

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