Teniamoci pronti per ciò che la natura intende offrirci, facendoci sentire partecipi dell’intero universo. D’altronde avremo tutto il tempo che ci serve, perché l’eclissi durerà ben 4 ore e inizierà alle 23:50. Il punto massimo dell’oscuramento verrà raggiunto all’1:50. Ma che cosa succederà esattamente? La luna si troverà ad essere allineata con la Terra e con il Sole e questa particolare disposizione provocherà la formazione di un cono scuro, che farà apparire il nostro satellite parzialmente oscurato. Gli studiosi di questi fenomeni celesti spiegano che nella realtà si creano due coni d’ombra. Uno è di ombra vera e propria, che, con il passaggio della luna, determina l’eclissi reale; un altro è più ampio, di penombra. A seconda della posizione dell’osservatore si può, quindi, percepire o l’uno o l’altro.
In Italia, per la sua posizione geografica, il 18 ottobre vedremo soltanto un piccolo abbassamento della luminosità, non molto facile da percepire. Vedremo, essenzialmente, un angolo del satellite leggermente oscurato. Ricordiamoci che nel cono d’ombra non vi è alcuna radiazione solare diretta. Tuttavia, poiché il Sole possiede una grande dimensione angolare, l’illuminazione è bloccata soltanto parzialmente e interessa solamente la parte esterna dell’ombra della Terra. L’evento astronomico sarà visibile da gran parte del mondo.
Un buon metodo per percepire nettamente l’evolversi dell’eclissi penombrale è quello di scattare tante foto in sequenza, in modo che poi si possa ricostruire il graduale oscurarsi della luna. Si vedrà che all’1:50 della notte fra il 18 e il 19 ottobre apparirà oscurato il 76,5% del disco lunare. L’effetto, specialmente nelle fasi iniziali del processo, può apparire poco appariscente e può determinare una certa delusione nell’osservatore occasionale. Tuttavia chi studia questi fenomeni conosce bene l’importanza di questi allineamenti fra corpi celesti, per comprendere maggiormente le modalità seguite dai loro movimenti.
Foto di Matteo Castelli
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