Le nefaste prospettive per il futuro date dal cambiamento del clima possono generare emozioni pervasive, di cui senza dubbio la principale è l’eco – ansia
Che sia un periodo storico dominato dalla paura su questo non c’è dubbio. La sempre maggiore incertezza per il futuro genera un senso di impotenza che si riflette in alterazioni dell’equilibrio psichico. E non poco hanno contato gli eventi degli ultimi anni, tra cui la pandemia e la crisi economica. Tuttavia anche la crisi climatica ha contribuito non poco a provocare senso di instabilità generalizzata, che nei soggetti più sensibili si è presto trasformata in un disagio psicologico, ad oggi nominato eco – ansia.
Gli scenari catastrofici da cambiamento climatico profilati per il futuro anche a breve termine, generano ovviamente paura. Ed i canali mediatici sguazzano in questa fragilità tanto da toccarne le corde fino ad accentuare questo fenomeno ansioso. La fine della Terra negli ultimi anni è stata annunciata sottobanco numerose volte, e finora non è mai arrivata. Ciò non significa sposare una posizione negazionista sul cambiamento climatico, anzi. Piuttosto è necessario avere un approccio responsabile nell’informazione, consapevoli del ruolo determinante che si ha nei confronti della popolazione. E le notizie sull’Armageddon imminente non sono da meno. Per assumere questo ruolo, che nei media clickbait è deficitario in virtù di un aumento delle visualizzazioni, e dunque dei profitti, nasce un’associazione, l’AIACC, Associazione italiana ansia da cambiamento climatico.
Eco – ansia, come si genere e come si contiene
Gli stati ansiosi diffusi non fanno bene né al singolo né tantomeno alla collettività. I cambiamenti climatici incedenti, quelli che una volta avremmo definito con la semplice locuzione di effetto serra, vengono non solo spigati, ma anche visualizzati. L’istantaneità dell’informazione ha consentito di vedere con i propri occhi in tempo reale terremoti, inondazioni, scioglimento dei ghiacciai etc. Tutti i disastri che l’essere umano ha portato avanti per secoli, e che l’ultimo ha notevolmente accelerato si riassumono con i cambiamenti climatici. Quindi non più solo un prendere coscienza del presente, ma anche guardare al futuro, anche a stretto giro, con forte preoccupazione.
Non stupisce la nuova patologia psicologica. I cambiamenti climatici, secondo studiosi di psicologia hanno generato numerose nuove emozioni applicate, dannose o meno. La rabbia da parte di chi persegue uno stile di vita etico ed osserva chi non lo fa; oppure al contrario il benessere del sentirsi immersi nella natura e riscoprire una parte ancestrale dell’essere umano. Tuttavia dalle ricerche è emerso che la conseguenza più frequente all’esposizione mediatica rispetto ai cambiamenti climatici è l’eco – ansia.
Uno dei riferimenti principali al livello teorico è Albrecht, un filosofo ambientale, per il quale è “fondamentale invitare le persone a riappropriarsi della propria identità naturale attraverso il rapporto con la natura stessa e suggerisce come questo processo sia fondamentale per chi sperimenta eco ansia affinché venga tamponata e trasformata da sentimento negativo e paralizzante a sentimento positivo e motivante”.
Tuttavia il disagio dell’eco – ansia non si sperimenta esclusivamente per sé, per la propria incolumità, ma anche per quella delle generazioni future, specialmente se si hanno figli. Quindi l’incontrare il rapporto con la natura attraverso l’esperienza è importante, ma lo è altrettanto la consapevolezza dell’interdipendenza uomo natura, di cui la religione buddista tratta da millenni e che il mondo occidentale ha recuperato come un’epifania.
L’AIACC si propone di lavorare su come affrontare consapevolmente gli effetti del cambiamento climatico, e si offre di aiutare i singoli nella gestione delle esposizioni mediatiche. L’ansia legata al cambiamento climatico può solo che generare paralisi. Mentre invece in questo momento c’è bisogno di azione, e di coraggio, anche solo per affrontare i piccoli cambiamenti della vita quotidiana in versione sostenibile. Questa è la visione costruttiva e non distruttiva che l’associazione ha sposato.