Anche il settore alimentare è coinvolto nell’obiettivo della riduzione delle emissioni. Dalla Francia arriva l’Eco – score, su modello già navigato dal Nutri – score
Fare la spesa in maniera sana e sostenibile ormai richiede talmente tanta competenza da dover quasi consultare un manuale prima di introdurre un prodotto nel carrello. Molte indicazioni in etichetta ci sono, ma anche qui si deve essere in grado, ed avere tempo, di leggerle. Per quanto riguarda il campo ambientalista ci si può affidare alle certificazioni di biologico e biodinamico, che non sono presenti in tutte le tipologie di prodotti e che spesso sono molto più costose. Numerose aziende cavalcano l’ondata green, imponendo il colore verde come identificativo di azienda buona e sensibile. Purtroppo in molti casi si tratta di un tentativo di greenwashing, ovvero l’abito verde per nascondere una politica tutt’altro che sostenibile.
Ed allora il consumatore coma può regolarsi? Nasce in Francia l’eco – score, sulla riga del Nutri – Score, l’etichetta a semaforo che in Italia ha incontrato tante polemiche. Il Nutriscore è una semplificazione, per alcuni eccesiva, degli aspetti nutrizionali sani e non di un alimento. Quindi rosso per il junk food e verde per i cibi sani e non processati. E l’eco – score imita in tutto e per tutto il modello, se non fosse che anziché dei riquadri colorati con le lettere A, B, C, D, E, si hanno delle foglioline.
Eco – score, come funziona e dove viene utilizzato
Proprio per evitare che la grande distribuzione avalli, volente o nolente, i tentativi di greenwashing, in Francia è entrato a regime l’Eco – score in etichetta. In Italia si può ottenere tramite App. Come funziona? Per ogni categoria di prodotto, è stabilito un punteggio di riferimento usando i dati dal database ambientale di Agribalyse progettato da ADEME e INRAE. Questi dati corrispondono all’analisi del ciclo di vita (LCA) dei prodotti. Sono prese in considerazione tutte le fasi della vita del prodotto, dalla coltivazione o allevamento, alla produzione, alla distribuzione, al packaging, fino all’arrivo nei carrelli dei supermercati.
Vengono calcolate le emissioni prodotte da ogni singolo alimento e l’impatto che esso stesso ha sull’ambiente, prendendo in considerazione 14 indicatori d’impatto ambientale: cambiamento climatico/impronta carbonica, riduzione dello strato d’ozono, radiazioni ionizzanti, uso di terra, acqua ed energia; inquinamento atmosferico e marino e delle acque dolci (particelle, acidificazione, eutrofizzazione); ed esaurimento delle risorse.
A questo punto un algoritmo elabora tutte queste informazioni e le riassume con un colore della fogliolina ed una lettera abbinata:
- E = Fogliolina rossa: altissimo impatto ambientale;
- D = Fogliolina arancione: alto impatto ambientale;
- C = Fogliolina gialla: medio impatto ambientale;
- B = Fogliolina verde chiaro: basso impatto ambientale;
- A = Fogliolina verde scuro: bassissimo impatto ambientale.
Attraverso l’eco – score si può scegliere la propria spesa sostenibile tramite validazioni reali fatte da esperti del settore, e non dalle aziende stesse che hanno tuti gli interessi per accaparrarsi una fetta di mercato in forte crescita. Questo meccanismo consente un maggiore trasparenza nella filiera della produzione e distribuzione alimentare.