Negli ultimi anni viaggiare in maniera sostenibile sta diventando sempre più un’esigenza, oltre che uno stile di vita: ecco il vademecum per potersi muovere in giro per il mondo in pochi e semplici passi.
La parola turismo basta da sola a richiamare una serie di regole da rispettare quando si viaggia. Dalle attività da fare ai mezzi di trasporto con cui spostarsi fino all’organizzazione generale del viaggio, il turismo si propone così di essere un raccoglitore di criteri da seguire. Ma se viene associato alla parola “eco”, allora non basta spuntare le caselle predefinite ma i concetti di sostenibilità e responsabilità devono essere alla base.
Per eco turismo si intende, infatti, i viaggi in cui la bellezza naturale e il patrimonio culturale, nonché della popolazione autoctona che ci vive, vengono rispettati al pieno della loro natura. In primis l’aspetto in cima alla lista è quello ambientale, dove le emissioni di gas serra e anidride carbonica non fanno che provocare ancora più inquinamento sul nostro pianeta. Vediamo come possiamo muoverci per essere viaggiatori responsabili.
Viaggi, sostenibilità e responsabilità: i fattori dell’eco turismo
Negli ultimi anni è sempre più chiaro che il cambiamento climatico globale sta modificando non soltanto l’equilibrio degli ecosistemi, ma anche il nostro modo di vivere e le nostre abitudini. I bruschi cambiamenti climatici permettono di modificare anche l’andamento del turismo. Una ricerca pubblicata nel 2018 su Nature, dal nome The carbon footprint of global tourism, snocciola dati inquietanti sulla salvaguardia del nostro pianeta quando si tratta di viaggiare.
Mezzi di trasporto, cibo, alloggio e shopping sono solo alcuni dei fattori che determinano l’impatto ambientale che apportiamo al globo durante i nostri spostamenti. Se pensiamo che il 49 % delle emissioni di gas serra avvengono soltanto per la scelta del mezzo di trasporto, tutti gli altri elementi concorrono ad aumentare la percentuale in maniera devastante. Sempre secondo l’articolo apparso su Nature, se la spesa turistica nel 2009 ammontava a 2,5 trilioni di dollari nel 2013 è arrivata a 4,7 trilioni di dollari aumentando i livelli di carbonio passati da 3,9 a 4,5. Ciò rappresenta circa l’8 % delle emissioni di gas globali che, secondo le stime, potrebbe incrementare del 4 % fino al 2025 con il turismo di massa. Seguire un vadevecum con consigli saggi e responsabili sul nostro modo di viaggiare potrebbe dunque essere un modo utile per porre un rallentamento a questo fenomeno in corsa.
Come essere un turista responsabile in poche mosse: i consigli
Una delle prime regole per un eco turismo che si rispetti, la scelta del mezzo di trasporto è fondamentale. L’aereo è quello più inquinante, quindi preferire treni, navi (escluse quelle da crociera) o auto potrebbe essere il male minore. Così come preferire delle mete più vicine, in questo caso anche un viaggio a piedi o in bici potrebbe essere una buona soluzione. Esistono in questo senso dei siti, come ad esempio Italian green road away, dove sono indicati tutti i percorsi più belli per le vacanze in bici o anche Walden viaggi a piedi, in cui appunto trattandosi di tratti fatti con le proprie gambe sono più lenti e rilassati.
In quest’ottica, l’altra regola vale per ciò che portiamo dietro con noi in valigia: meglio preferire shampoo e sapone solido per un bagaglio più leggero e compatto, e una crema solare reef friendly, ovvero che non provoca danni ambientali per gli ecosistemi marini secondo il rispetto del “Trattato delle Hawaii”. In questo senso, può essere utile per rispettare un’altra regola fondamentale dell’ecoturismo, ovvero evitare le mete super turistiche. Il flusso costante di turisti, soprattutto nelle grandi città, quando supera il numero di residenti può essere davvero devastante dal punto di vista dell’impatto sul patrimonio culturale, ambientale e sulla quotidianità degli stessi cittadini che ci abitano.
Anche l’alloggio è un’altra regola d’oro se si vuole fare un turismo in pieno stile eco. Pensiamo soltanto che ogni singola notte di pernottamento produce circa 6,9 kg di anidride carbonica. Se Airbnb sembra la scelta più saggia, in realtà non è così. La sua implementazione ha fatto sì che la città stessa abbia dovuto omologarsi con catene commerciali, locali e negozi per turisti facendo in modo che anche gli affitti influiscano sui residenti. Gli affitti a lungo periodo sono meno redditizi dei brevi periodi, avvantaggiando i turisti ma meno chi ci vive che si sposta così nelle zone più periferiche, spopolando i centri.
L’altro consiglio riguarda il cibo. Se la carne è considerata la maggiore responsabile di emissioni di gas, l’alternativa di cibi vegetali impatterà di meno a livello ambientale. Il sito happycow, ad esempio, indica dove poter trovare un menù a base di pietanze vegetali in base al luogo in cui ci troviamo. Rifiutare i tour che sfruttano gli animali, come elefanti e cammelli da cavalcare o serpenti da accarezzare, è un’altra regola per fare di te un vero turista responsabile. La domanda nasce dunque spontanea: e i safari? Sotto una guida esperta che rispetta gli animali e non cerca di attirare la loro attenzione è ovviamente possibile farli. Ma attenzione a non dare da mangiare agli animali selvatici. In questo senso, anche la natura va rispettata non raccogliendo o esportando sabbia, minerali e piante.
Anzi, sarebbe bene portare con sé un sacchetto per raccogliere rifiuti in ogni luogo immerso nella piena natura, come spiagge e boschi. L’altro consiglio in pieno stile eco tour è non scattare fotografie senza consenso, avendo cura di rispettare le culture locali senza cadere nell’appropriazione indebita attraverso scatti non autorizzati. A questo è legata anche la regola di disattivazione della geolocalizzazione quando condividiamo il viaggio sui social, soprattutto se in luoghi remoti e incontaminati. In quest’ottica si aiuterà a non diffondere la turistificazione di qualsiasi luogo e a preservarne l’ecosistema naturale.