Il Governo si sta impegnando per fornire ecoincentivi alle rinnovabili. La strategia che sembra essere seguita è quella della concorrenza, che dovrebbe reggere i consumi e fare in modo che non si abbiano aumenti sui prezzi delle bollette. Sulla questione rimangono parecchi dubbi, anche perché gli esperti fanno notare come il tutto dovrebbe essere accompagnato dalla realizzazione di una forte industria manifatturiera relativa al settore. Sono un esempio le azioni che sono seguite in Germania e in Cina. In effetti tutto ciò potrebbe eliminare molte spese.
Queste ultime sono piuttosto notevoli. Basti pensare al fatto che in un anno le importazioni di apparati per realizzare impianti fotovoltaici hanno determinato una spesa pari a 11 miliardi. Un sistema che spesso non regge l’equilibrio, se facciamo il paragone con la quantità di energia prodotta attraverso le fonti rinnovabili.
È sufficiente la concorrenza a garantire la mancanza di una vera e propria politica industriale? Non è facile rispondere a questa domanda. C’è da sperare quindi che i sussidi all’energia pulita non si rivelino soltanto un inganno.
Se fosse così, sarebbe difficile riuscire a coprire i consumi e il fabbisogno energetico degli Italiani senza dare il giusto peso allo sviluppo del settore industriale applicato alle energie rinnovabili. Da questo punto di vista non sono trascurabili le scelte che saranno fatte da parte di Eni, Enel e Terna.
Le ex municipalizzate dovrebbero tenere in considerazione le giuste misure per raggiungere un risparmio di energia, in modo da ridurre le bollette. D’altronde il risparmio economico è strettamente collegato al risparmio ecologico.
Foto di Mr Boz