Secondo il quarto rapporto di Circonomia, l’Italia ha perso il primato dell’economia circolare, battuta dai Paesi Bassi. Il rapporto rivela come l’Italia stia attraversando un forte rallentamento nel suo cammino verso l’economia verde.
Mentre gli altri Paesi dell’Unione europea stanno correndo. Il Paese si sta attualmente ritrovando dietro rispetto al resto dell’UE nella maggior parte degli indicatori dell’economia circolare, tranne il tasso di riciclo dei rifiuti, dove l’Italia è leader. Il direttore scientifico del rapporto, Roberto Della Seta, spiega che questa tendenza negativa può essere attribuita al maggior consumo di materiali rispetto a quelli prodotti, che si verifica sia pro capite che per unità di prodotto interno lordo.
Inoltre, la produzione di emissioni climalteranti pro capite dell’Italia è stata eccessivamente alta. Anche se la crescita nel settore delle energie rinnovabili è lenta, alcuni tipi specifici di rifiuti hanno visto performance positive da vari consorzi della filiera che ne gestiscono il riciclo e la raccolta. Il Consorzio nazionale degli oli minerali usati, che raccoglie quasi tutto l’olio minerale usato per il riciclo, è uno dei principali attori su questo fronte.
Economia circolare: perso il primato italiano
Nonostante questi trend positivi, la transizione energetica dell’Italia sta attraversando una crisi significativa, con una dipendenza dai combustibili fossili come carbone, gas e petrolio. Ciò sta portando ad alcune gravi cause antropiche, come un aumento di gas serra e altri gas climalteranti generati dai combustibili fossili e dalla deforestazione. C’è da notare che il nord Italia sta attraversando i problemi più significativi di emissioni di carbonio rispetto al resto dell’Italia e dell’UE a livello macro-regionale.
Tuttavia, la parte centrale dell’Italia, se fosse un paese separato, sarebbe al primo posto nella classifica dell’economia circolare. Anche se l’Italia guida ancora l’UE nella gestione dei rifiuti, il paese deve fare investimenti più significativi nell’energia rinnovabile. L’Italia continua infatti a dipendere in gran parte dai combustibili fossili, nonostante abbia il massimo potenziale per sfruttare l’energia solare ed eolica in Europa, in particolare nelle regioni meridionali. Inoltre, l’Italia deve investire di più nella ricerca e nello sviluppo: il paese attualmente investe solo l’1,48% del suo PIL, rispetto alla media dell’UE del 2,26%.
Il rapporto Circonomia fornisce un’importante visione di come si sta sviluppando l’economia circolare dell’Italia. Sebbene l’Italia affronti importanti sfide in termini di sostenibilità, in particolare nella transizione energetica, il rapporto evidenzia le numerose opportunità di miglioramento. Investendo nell’energia rinnovabile e aumentando gli investimenti nella ricerca e sviluppo, l’Italia può continuare a migliorare la sua posizione nell’economia circolare.
Gli obiettivi del paese
Il rapporto di Circonomia è un campanello d’allarme per l’Italia, che ha visto un rallentamento nel suo impegno a favore della sostenibilità. Tuttavia, ci sono aree in cui l’Italia si distingue positivamente rispetto ad altri paesi dell’UE. In particolare, l’Italia è al primo posto nell’UE per il tasso di riciclo dei rifiuti, poiché ha sviluppato una rete di consorzi e impianti che si occupano della raccolta e del trattamento di diverse tipologie di rifiuti, come ad esempio il vetro, la plastica e il legno.
Nonostante questo, il paese deve fare di più per raggiungere i target in termini di emissioni di gas a effetto serra. I dati del rapporto rivelano che l’Italia sta producendo una quantità eccessiva di emissioni e che sono necessari interventi immediati in termini di efficienza energetica e di aumento della produzione di energia rinnovabile.
Per far fronte a questo problema, il governo italiano ha adottato una serie di politiche e strumenti per promuovere l’economia circolare, come il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e il nuovo Piano Nazionale per l’Economia Circolare. Tuttavia, queste politiche devono essere implementate in modo efficace e tempestivo per supportare la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio e una maggior circolarità delle risorse.
Inoltre, le imprese italiane devono fare di più per adottare pratiche più sostenibili e per promuovere l’adozione di modelli di business circolare. Molti produttori italiani stanno già sviluppando prodotti innovativi e sostenibili, ma devono fare di più per mitigare l’impatto ambientale della loro attività.
L’economia circolare offre numerosi vantaggi, tra cui l’aumento dell’efficienza delle risorse, la riduzione dei costi e delle emissioni e la creazione di nuove opportunità di lavoro e di innovazione. Se l’Italia vuole mantenere la sua leadership nell’UE in materia di economia circolare e far fronte alle sfide ambientali globali, deve accelerare la transizione verso un’economia più circolare e sostenibile.