Il concetto di economia circolare dell’energia è innovativo e si basa sul recupero dei rifiuti come fonte energetica: vediamo insieme i dettagli
La transizione energetica implica un ripensamento strategico sugli approvvigionamenti energetici in chiave sostenibile. L’approccio deve tenere conto della situazione creata dalle eccessive emissioni di CO2 e si concentra sul raggiungimento della decarbonizzazione del Pianeta, della riduzione del rilascio dei gas serra, con l’obbiettivo del Net-zero. La produzione di energia tradizionale che presenta un impatto ambientale devastante e insostenibile sta subendo un rallentamento e un progressivo abbandono a favore delle fonti rinnovabili. Sole, vento e acqua sono in grado di produrre energia senza inquinare, con un notevole risparmio sui costi e sui consumi.
A questo si aggiunge il ripensamento quasi obbligato sull’economia lineare, fondata sul sistema dell’estrarre, produrre, utilizzare e gettare, ridisegnando le modalità. L’economia tradizionale prevede una disponibilità infinita di grandi quantità di materiali e di energia facilmente reperibile e a basso prezzo. E gli ultimi tempi hanno chiaramente dimostrato quanto sia superata tale linea di pensiero, e quanto sia dispendiosa e poco percorribile a lungo termine. Senza contare gli indubbi danni collaterali prodotti nell’ambiente che stanno determinando le note conseguenze deleterie che vanno dal riscaldamento globale all’innalzamento della temperatura, dallo scioglimento dei ghiacci all’aumento del livello del mare. E gli ecosistemi sono in sofferenza e in estremo pericolo di sopravvivenza.
Il nuovo concetto definito economia circolare si basa invece, sul modello innovativo di produzione e consumo, che implica il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti il più a lungo possibile, dando estensione al ciclo di vita dei prodotti. La riduzione dei rifiuti ne è la più diretta conseguenza. I materiali di cui è composto un prodotto vengono reintrodotti dove è possibile il riciclo e riutilizzati all’interno del ciclo produttivo generando nuovo valore e riducendo gli sprechi.
I rifiuti diventano, dunque, una nuova risorsa energetica e si collocano con un ruolo da protagonisti nell’ambito dell’economia circolare. Attraverso la raccolta differenziata, la loro separazione e il loro recupero e riciclo è possibile considerarli una nuova fonte di energia importantissima e fondamentale per l’economia del futuro sostenibile. Le nuove tecnologie all’avanguardia consentono di recuperare energia attraverso per esempio la combustione dei rifiuti che genera calore utilizzato poi per produrre energia elettrica o termica.
Esiste anche la gassificazione che decompone termicamente i rifiuti, producendo gas con idrogeno in grado di generare elettricità o consentire la produzione di combustibili sintetici tra cui il metano e il biodiesel. Anche la digestione anaerobica si pone al centro delle nuove tecnologia atte a recuperare i rifiuti organici, decomponendoli attraverso l’uso di batteri in assoluta assenza di ossigeno, producendo così biogas utile alla generazione di energia elettrica, oppure nella veste di biocombustibile per i mezzi di trasporto.
Innumerevoli vantaggi dunque nel recupero e nel riciclo dei rifiuti, con la effettiva riduzione dell’uso dei combustibili fossili dannosi come il petrolio o il carbone a favore dell’ambiente. In questo modo si abbassa la quantità di gas serra rilasciati nell’atmosfera, e si contengono gli effetti impattanti del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Ovvia la conseguenza immediata: meno rifiuti sul Pianeta e nelle discariche.
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