Negli ultimissimi anni sono stati introdotti i cosiddetti “ecoreati”: cosa sono e quali sono le pene per chi trasgredisce le regole
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Gli ecoreati sono dei gravi reati ambientali, talvolta considerati sinonimi di “ecomafia”. Con questo termine si fa riferimento ad una serie di condotte illecite portate a termine da organizzazioni criminali di stampo mafioso che minacciando la biodiversità. Tra queste figurano lo smaltimento dei rifiuti e la loro gestione illegale e l’abusivismo edilizio.
Per porre un freno a tutto ciò, è stata emanata la Legge n. 68 del 2015, in tal modo sono stati introdotti nel codice penale i cosiddetti “delitti ambientali”. Con la normativa sono state introdotte cinque nuove figure di reato: l’inquinamento ambientale, il disastro ambientale, l’impedimento dei controlli, l’omessa bonifica e il traffico di materiale radioattivo.
Ecoreati, ecco cosa prevede la legge
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L’inquinamento ambientale punisce chi provoca una compromissione o un deterioramento delle acque, dell’aria, del suolo o del sottosuolo. O ancora di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna. Tali condotte sono punite con la reclusione da 2 a 6 anni e con una multa che può andare da 10 mila a 100 mila euro. Il disastro ambientale, invece, rappresenta un’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema, l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali. In questi casi le pene partono da 5 fino ad arrivare 15 anni. Inoltre, è prevista un’aggravante quando il disastro ambientale viene commesso in un’area protetta o sottoposta a vincolo o provoca un danno a specie animali o vegetali protette.
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Mentre il delitto di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività punisce chi abusivamente detiene, cede, trasferisce, abbandona o si disfa di materiale ad alta radioattività. La norma prevede pene da 2 a 6 anni di carcere e una multa da 10 mila a 50 mila euro. Invece, l’impedimento di controllo si ha ogniqualvolta un soggetto modifica artificiosamente lo stato dei luoghi e impedisce l’attività di vigilanza e controllo ambientali e di sicurezza e igiene del lavoro. Coloro i quali si macchiano di questo crimine saranno puniti con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
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Infine, l’omessa bonifica punisce coloro i quali, pur essendo obbligati per legge, per ordine del giudice o da un’autorità pubblica, non provvedono alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi. La pena prevista è quella della reclusione da 1 a 4 anni e una multa da 20.000 a 80.000 euro. Ciò nel caso in cui non si provveda alla bonifica obbligatoria di un territorio.