Sta per diventare effettivo il progetto di Ecotessili, che in autunno vedrà un periodo pilota per dare nuova vita agli scarti tessili industriali
Il progetto di Ecotessili, supportato da Ecolight, nasce da una direttiva di accoglienza europea sui rifiuti basata sul sistema EPR. Ciò significa che l’impresa che produce un oggetto o un alimento, ne è responsabile fino al suo smaltimento. Una sostanziale differenza rispetto al passato. Se le aziende di produzione diventano responsabili dello smaltimento o del riciclo dei rifiuti di ciò che producono, allora entrano in gioco quegli interessi economici fondamentali per fare la differenza e modificare una direzione. E l’orientamento ormai riconosciuto più ecosostenibile ed anche economicamente sostenibile è il modello di economia circolare. Solo che ci vorebbe un po’ di impegno per farlo passare da modello ideale a modello reale.
E la spinta della responsabilizzazione delle aziende potrebbe essere nevralgica in tal senso. Ecotessili è un consorzio che nasce dall’esperienza di Ecolight, che si occupa di dare nuova vita ai rifiuti RAEE – elettronici – ed alle pile. Ed anche il settore abbligliamento è stato coinvolto nel nuovo modello circolare. Si stima, da un’indagine pubblicata da McKinsey, che ogni cittadino europeo produce oltre 15 chili di rifiuti tessili in un anno, che hanno prevalentemente come destinazione finale la discarica o l’inceneritore, contribuendo ad intasare ulteriormente la raccolta si rifiuti ormai satura. Mentre invece il nuovo progetto di Ecotessile mira in prima battuta a ridurre gli scarti tessili industriali, ed in seguito a implementare tecniche di recupero e riutilizzo dei rifiuti tessili. Come? Con le parole chiave che tutte le imprese vorrebbero veder messe in pratica: efficienza, affidabilità, tracciabilità e riduzione dell’impatto ambientale.
Ecotessili, partirà a breve il progetto pilota
Il Ministero della Transizione Ecologica deve ancora pubblicare le linee normative per la raccolta e gestione dei rifiuti tessili da parte dei consorzi, tra cui figura anche Ecotessili. Nel frattempo, in attesa di definizioni di legge, a novembre partirà il progetto pilota, con l’obiettivo di mettere in campo modalità di raccolta che garantiscano la tracciabilità e la circolarità ambientale dei rifiuti tessili. E questa sperimentazione italiana avrà luogo dal 19 al 27 novembre 2022, in coincidenza con la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (Serr), coinvolgendo realtà già da tempo impegnate nello smaltimento dei rifiuti tessili.
Il direttore generale di Ecotessili, Giancarlo Dezio, annuncia all’Ansa che “in attesa del quadro operativo di riferimento, il consorzio si sta attivando per individuare delle modalità di raccolta dei tessili che possano essere efficienti ma soprattutto efficaci. Di fatto, il primo passo per una gestione corretta di queste tipologie di prodotti dismessi, per impostare una raccolta che sia capillare e di qualità”.
Il modello circolare del settore tessile è senza dubbio una buona notizia. Inserito in un progetto più ampio di riciclo, si attende possa migliorare l’intera filiera di quel settore industriale. La speranza è che allungando la filiera con un passaggio in più nell’affidamento dello smaltimento dei rifiuti, le varie tappe non incontrino ostacoli ed imparino a “parlarsi” meglio nella prospettiva comune di aiutare l’ambiente e l’uomo.