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Edifici ecosostenibili: una fattoria a impatto zero nel centro di Chicago

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Tutela ambientale non vuole dire solo avere cura degli spazi verdi già esistenti e limitare l’inquinamento ambientale, ma significa anche portare le cose a nuova vita, tramite la raccolta differenziata e il riciclo creativo, ad esempio, ma non solo. Anche gli edifici e le costruzioni ormai abbandonate e in disuso possono essere spazi utili dove sviluppare progetti a basso impatto ambientale e di grande utilità sociale. In America lo sanno bene.

È a Chicago, precisamente nella zona industriale della città, che verrà sviluppato un progetto proprio con questo obiettivo: sarà una vecchia fabbrica ormai abbandonata, in disuso, a diventare la prima fattoria urbana verticale, ovviamente a impatto zero.
Il progetto dovrebbe essere completato entro sei anni dalla sua nascita, quindi nel 2016, ed ha acquisito il nome The Plant. Forse non a caso questa fabbrica prima di diventare un ambizioso progetto di riqualificazione urbana era la sede di un’azienda alimentare: qui, infatti, venivano a lavorare i dipendenti della Foods Peer e si occupano della lavorazione della carne, specialmente quella di suino.
In questo prefabbricato, stavolta, saranno prodotti altri tipi di generi alimentari, oltre ad essere messe in piedi attività di ricerca, di educazione e di formazione per chi vuole avvicinarsi a questo nuovo modo urbano di gestire una fattoria. Non solo le attività svolte all’interno daranno massima attenzione all’ambiente nella loro produzione, ma anche i rifiuti saranno impiegati nella raccolta differenziata e il fabbisogno energetico della struttura verrà soddisfatto per merito di un impianto di cogenerazione, grazie al quale gli scarti permetteranno di fornire energia elettrica, ma alimenteranno anche il sistema di riscaldamento e di raffreddamento dell’edificio, a seconda delle necessità e delle stagioni.

Bioedilizia, arriva MirrorCube: la casa trasparente sull’albero

casa_albero_bioedilizia
La bioedilizia è un settore chiave per migliorare l’impatto ambientale della nostra quotidianità e vivere in armonia con l’ambiente. Dovremmo dunque tenere in forte considerazione questi parametri per la scelta delle nostre vacanze, ad esempio, oppure della nostra residenza. Per spingere il turismo sostenibile, ad esempio, arriva un interessante caso dal circolo polare Artico, un ambiente dall’ecosistema particolarissimo che tenta così di diventare più attrattivo come meta turistica.

Esiste infatti un albero in Svezia, poco lontano dal villaggio di Harads, dove è stato posizionato il primo modello di MirrorCube, una struttura di formica cubica con la superficie interamente ricoperta da specchi. La sua capacità di riflettere gli alberi da cui è circondata permette alle persone di sentirsi pienamente immersi nel verde.
MirrorCube è stato progettato da uno studio svedese e realizzato nell’ambito della catena Treehotel, il quale ha studiato ad hoc la costruzione utilizzando legno e acciaio riciclabile, in perfetto stile eco-friendly. MirrorCube è fornito di ogni confort, dal riscaldamento a pavimento all’illuminazione alimentata da fonti di energie rinnovabili. Persino i servizi igienici sono pensati in modo eco-compatibile, e anche gli uccelli che vivono nei pressi della struttura possono stare tranquilli: tutte le pareti sono avvolte da una sorta di pellicola a raggi infrarossi, invisibili per l’uomo, che evitano però brutti incidenti ai volatili.
Se non avete voglia di andare fino al circolo polare Artico non c’è nessun problema: Treehotel si occupa di farvi recapitare il vostro Mirrorcube nel luogo desiderato. Nel servizio è compresa la costruzione, il trasporto e l’installazione, oltre agli accessori personalizzabili.
photo: AndyRobertsPhotos

Edilizia sostenibile: l’esempio viene dalle scuole


Era il dicembre 2008 quando il Parlamento Europeo varò il pacchetto energia, detto anche strategia 20-20-20: un nome semplice per un obiettivo particolarmente ambizioso, quello di ridurre del 20% le emissioni di co2 entro il 2020. Cosa c’entrano gli edifici a energia zero con questa strategia? Molto, a ben guardare. Scopo di questo progetto internazionale dovrebbe essere quello quella di diminuire del 20% l’utilizzo di fonti primarie aumentando di fatto del corrispondente 20% la produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili. Sembra essere già passato molto tempo e i risultati, ad oggi, non sembrano così rilevanti purtroppo, ma la speranza arriva proprio dalle scuole più sostenibili al mondo.

Per pensare di arrivare a questo obiettivo è stato necessario introdurre altri parametri intermedi, come quello che spiega lo sviluppo del settore dell’edilizia ecosostenibile: entro la fine del 2020, infatti, tutte le nuove costruzioni dovrebbero essere realizzate seguendo i criteri di impatto zero, mentre per gli edifici di pubblica utilità questo dovrebbe essere valido sin dalla fine del 2018.
L’innovazione in tale settore arriva dagli Stati Uniti d’America e ci racconta di una top ten di scuole che si sono qualificate proprio per il loro essere costruite secondo criteri di massima sostenibilità ambientale.
La high tech high school, ad esempio, è a Chula Vista, in California, e si distingue per la perfetta armonia che è stata realizzata tra l’ambiente, il territorio circostante e la struttura stessa. Oltre ad essere immersa nel verde e ad affacciarsi sui canyon, la scuola è dotata di un sistema di grande efficienza idrica. L’acqua, infatti, in questa area è una risorsa naturale particolarmente preziosa e per questa va gestita con la massima attenzione: non deve stupire dunque se tutti gli spazi esterni, dai giardini ai campi sportivi, sono studiati per recuperare l’acqua e poi riutilizzarla per l’irrogazione. Inoltre, l’80% del fabbisogno energetico è soddisfatto dai pannelli fotovoltaici collocati sul tetto della struttura, senza considerare il fatto che questa è stata realizzata accanto a forti snodi di mezzi pubblici e ottime piste ciclabili.
Un altro ottimo esempio è quello della Greensburg Schools/Kiowa Country Schools del Kansas, in attesa come la precedente della certificazione LEED Platinum. Questo istituto è stato messo in piedi in seguito al tornado dal 2007 e quindi è di origine recensitissima: non a caso, dunque, è perfettamente studiato per ottimizzare le risorse, sfruttando al meglio l’energia solare e l’illuminazione naturale. In questo caso l’energia elettrica proviene persino per il 100% da fonti rinnovabili.
È ancora la California a qualificarsi per la sua capacità di rispettare l’ambiente con il progetto del Merced 2009 Long Range Development Plan dove viene messo al centro lo sviluppo sostenibile inteso come fattore chiave non solo a livello ambientale, ma anche economico e sociale. In questo caso non solo si è ottimizzata la produzione di energia ma si sta lavorando efficacemente sul risparmio energetico, con attività strutturali di consumo critico e innovativo.
Una situazione simile riguarda la University Classroom Building, già certificata LEED Platinum, costruita persino dentro una riserva naturale, così come il Portoland College Newberg e il Music and Science Building dell’Oregon, dove la massima efficienza energetica e lo sviluppo tecnologico sono i criteri indispensabili ed indiscutibili su cui si fondano queste realtà.
photo: mjmonty

Elisabetta Fonte

Elisabetta Fonte è stata collaboratrice di Ecoo e Pourfemme dal 2011 al 2019, occupandosi principalmente di arredamento sostenibile, decorazioni fai da te e riciclo creativo.

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