Gli edifici NZEB sono probabilmente il futuro protocollo della bioedilizia. Comprendono delle caratteristiche strutturali dell’edificio e delle tecnologie avanzate
La cronaca sta parlando ultimamente molto spesso delle nuove direttive europee che dovrebbero modificare il parco edilizio ed auto anche dell’Italia. Se il paese non si adeguerà alle scadenze, potrebbe subire una sanzione. Il problema è che adattare vecchie edifici, nonostante gli incentivi, è piuttosto complicato e costoso. Innanzitutto deve essere fatto uno studio di fattibilità, il che non è né semplice né tantomeno economico. In seconda battuta si devono valutare gli interventi da fare con delle ditte private, e scegliere quella che più si adatta alle esigenze personali dunque un ulteriore delega al cittadino sulla transizione ecologica.
Con il rischio che chi non è competente in materia potrebbe cadere in delle trappole, anche se lecite, acquisendo tecnologie non necessarie. Gli edifici NZEB sono l’acronimo the nearly zero Energy Building, che letteralmente significa edificio con dispendio di energia vicino allo zero.
Sono diverse le componenti che possono caratterizzare e far entrare nel protocollo NZEB un tipo di edificio. E se si possono riassumere in due macro aree, che comprendono peculiarità strutturali, unite a tecnologie avanzate. Tanto per cominciare è fondamentale che i materiali di costruzione degli edifici siano coibentati termicamente. L’efficientamento energetico parte proprio dalla produzione della casa in base ai materiali utilizzati. In questo modo si dovrebbe mantenere una temperatura più calda in inverno e più fresca in estate. Anche la disposizione stessa delle stanze deve essere programmata a tal fine. Si consiglia di mettere lo studio, la camera da letto del soggiorno con esposizione al sud, mentre lo sgabuzzino, le stanze meno utilizzate nella casa con esposizione a nord.
Un altro obiettivo degli edifici NZEB è il più possibile un’autonomia energetica. Il che si traduce nell’utilizzo dei pannelli solari e fotovoltaici sia per l’acquisizione di energia elettrica, che va incamerata durante l’estate, per poi essere riutilizzata nei periodi con meno esposizione solare. Allo stesso tempo i pannelli solari devono avere anche la funzione termica di riscaldamento dell’acqua per evitare sia allaccio di gas che di corrente elettrica.
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