Edilizia (in)sostenibile: Legambiente boccia gli stadi di Roma e Lazio

Su Epolis Roma del 3 ottobre scorso abbiamo letto lo sconcerto di Legambiente riguardo ai progetti di costruzione di nuovi stadi per le squadre di Roma e Lazio. Sono in arrivo ulteriori speculazioni edilizie.

Qualche mese fa era stato lo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a preannunciare l’arrivo di nuove strutture sportive per le squadre della capitale sostenendo l’inadeguatezza dello stadio Olimpico (Ma come? Si è giocato per tanti anni su quel green!) per le partite di calcio e la conseguente “necessità” di un piano regolatore per l’impiantistica sportiva. Voci sulle aree edificabili scelte per lo Stadio delle Aquile della Lazio parlavano (e parlano) di terreni sulla via Tiberina: un’area, classificata come Agro Romano vincolato, di 600 ettari su cui realizzare due milioni (!) di metri cubi di cemento per ristoranti, ville, alberghi e vari campi sportivi.
 
Per quanto riguarda l’AS Roma e lo Stadio Franco Sensi si vociferava delle aree della Magliana, tra l’autostrada Roma – Fiumicino ed il Grande Raccordo Anulare, o quella compresa tra la Tiburtina e la Nomentana oppure un’area di 150 ettari sulla via Aurelia (la cosiddetta Monachina, anch’essa classificata all’80% come Agro Romano vincolato). In entrambi i casi, sostiene Legambiente, si tratta di opere che richiedono svariati milioni di Euro per aree che dovrebbero cambiare la propria destinazione d’uso da agricolo ad edificabile. Cosa che, oltre allo scempio edilizio in una zona vincolata dal punto di vista agricolo, comporterebbe un innalzamento esponenziale della rendita dei terreni. Il Piano Regolatore del Comune di Roma e il Piano paesistico regionale identificano le aree scelte per i progetti edilizi delle due squadre come aree agricole non solo vincolate ma anche di pregio. Amore calcistico o speculazione contro l’ambiente?

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