Il terremoto che il 6 aprile scorso ha purtroppo devastato ampie aree dell’Abruzzo porta ancora una volta alla ribalta un problema annoso e mai affrontato in modo strutturale in Italia: la costruzione di edifici, pubblici e privati, a prova di sisma oltre che sostenibili dal punto di vista ambientale.
Da sempre in Italia il settore economico che tira di più è quello edilizio. È il perno dell’economia del Bel Paese. Purtroppo è anche uno dei settori a maggiore impatto ambientale. La maggiore consapevolezza che in questi anni è stata raggiunta per quel che riguarda la conservazione ambientale sta progressivamente dirottando le imprese a costruire le abitazioni secondo criteri ecologici. La bioarchitettura propone case ecologiche costruite quasi esclusivamente con materiali presenti in natura, quali il legno, il sughero, il gesso mentre le vernici utilizzate sono di origine vegetale.
Una casa ecologica non rilascia nell’ambiente domestico sostanze tossiche né alimenta le scariche elettrostatiche, permette un perfetto isolamento acustico e termico e sfrutta al massimo l’illuminazione naturale riducendo il consumo di energia elettrica grazie anche all’utilizzo di pannelli solari termici e fotovoltaici. Tutto questo si traduce anche in un notevole risparmio energetico, fino all’80% in meno rispetto ad una casa costruita con materiali tradizionali.
Inoltre l’edilizia sostenibile è anche antisismica. Essendo spesso costruita in legno, in associazione al sughero e al gesso, una casa ecologica è in grado di resistere ad eventi sismici intensi perché la sua struttura naturale è flessibile ed elastica. “Segue” il ritmo delle scosse, consentendo la sopravvivenza di chi ci abita.
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