[galleria id=”21″]Il riscaldamento globale, dovuto all’inquinamento e all’emissione di gas serra, parte dai grossi centri urbani, che non a caso vengono definiti “isole di calore”. Ne sa qualcosa anche Milano.
In un articolo comparso su Repubblica (che richiama un’inchiesta condotta dall’Espresso) e riportato da Eco dalle Città, emerge un dato allarmante per la città meneghina e l’intera Lombardia: 90 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno nell’atmosfera. Clima fuori controllo, aumento della temperatura, crescita di malattie soprattutto respiratorie dovute alle polveri sottili e alla CO2. Non c’è granché da stare allegri. Il problema vero di Milano, delle città lombarde e di molti altri centri urbani nel nostro paese è il traffico. Milioni di veicoli che solcano l’asfalto ogni giorno dell’anno liberando nell’atmosfera veleno puro. La situazione è destinata ulteriormente a peggiorare se non si farà concretamente qualcosa per ridurre il traffico privato ed incentivare l’uso dei mezzi pubblici.
L’asfalto ed il cemento, che rappresentano l’idea stessa di città, isolano il terreno dagli scambi con l’atmosfera e ne provocano un innalzamento del calore: nell’ultimo secolo è stato registrato un aumento medio della temperatura di 1,8° C. Un grado sembra poco, specie se lo paragoniamo alle torride temperature dei deserti o delle zone all’equatore, eppure in un contesto di clima temperato qual è quello europeo, si traduce in uno stravolgimento non solo in termini di inquinamento ma anche di cicli vitali di flora e fauna, uomo compreso. Cambiano i tempi di deposizione delle uova di molte specie di uccelli ed anche la fioritura delle piante, si rovescia il ciclo biologico delle api, con conseguenze disastrose sulla produzione del miele e quindi dell’economia del settore, ma anche di molte specie ittiche: oramai sono sempre più numerose le specie di pesci che, come la donzella pavonina, di norma vivono nel sud del Mediterraneo e che invece si ritrovano sempre più numerose nelle acque del nord. Gli effetti dei mutamenti climatici passano anche attraverso modificazioni quasi invisibili dei ritmi della natura.
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