La scoperta di un team di ricercatori australiani potrebbe aiutare. a risolvere il problema della plastica in mare
Le microplastiche sono particelle di plastica di dimensioni inferiori ai 5 millimetri. Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di loro, soprattutto per la loro presenza nell’acqua di mare. L’accumulo delle microplastiche negli oceani, infatti, è ormai un problema noto, e solleva preoccupazioni soprattutto per la possibilità che questi frammenti entrino nella catena alimentare, arrivando quindi tramite i pesci, ad esempio, direttamente nel nostro organismo.
Ormai le microplastiche sono ampiamente diffuse ovunque nei mari e negli oceani, soprattutto a causa delle correnti, e se ne trovano anche in quei luoghi incontaminati, come i poli e le profondità oceaniche. I numeri sono preoccupanti: si stima che ogni anno una cifra compresa fra i 5 e i 12 miliardi di microplastiche entri negli ecosistemi naturali di tutto il mondo. E purtroppo queste particelle possono richiedere fino a 450 anni per degradarsi completamente. Ma ecco che ci viene in soccorso la scienza: un team di ricercatori australiano ha fatto, a tal proposito, un’interessante scoperta.
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La plastica in mare è un problema diffuso e ormai purtroppo conosciuto, a cui si sta cercando di porre rimedio. Più insidiosa è invece la questione delle microplastiche. Queste infatti, essendo minuscoli frammenti di plastica, sono più difficili da individuare, e quindi anche da eliminare. Gli scienziati di tutto il mondo sono alla ricerca di nuovi modi per raccoglierle ed evitare che continuino a disperdersi nell’ambiente.
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Un team di ricerca del Royal Melbourne Institute of Technology ha trovato un valido alleato alla lotta alle microplastiche in mare. Gli scienziati hanno infatti elaborato un metodo basato su materiale magnetico in grado di attirare le piccole particelle di plastica. Si tratta in particolare di una polvere costituita da nanomateriali magnetici, come il ferro.
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Dispersa nell’acqua questa polvere è in grado di raccogliere microplastiche in maniera più veloce rispetto ai sistemi finora utilizzati. In un’ora sola è stata raccolta una quantità di microplastiche che con gli altri sistemi sarebbe stata raccolta in giorni di lavoro. In più è particolarmente efficace: è capace di raccogliere particelle fino a 1.000 volte più piccole di quelle attualmente rilevabili dagli impianti di trattamento delle acque.
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