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Emergenza rifiuti a Roma: gli ambientalisti protestano alla discarica di Malagrotta

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discarica di malagrotta impianto

Gli attivisti ambientalisti hanno deciso di agire in maniera concreta, bloccando gli accessi alla discarica di Malagrotta ed evitando che un camion entrasse. Il tutto è avvenuto nella notte fra il 13 e il 14 novembre. Un gesto di protesta simbolica, che intende denunciare come la discarica abbia fatto superare il limite di sostenibilità ambientale. In effetti la gestione dei rifiuti a Roma appare in questo momento parecchio complessa e non soddisfa nemmeno la soluzione presentata dal commissario Sottile: aprire una nuova discarica in località Monti dell’Ortaccio. Anche in questo modo non si risolverebbe il disastro ambientale in corso.

Il territorio è già parecchio tormentato e si assiste ad un portare avanti il problema, senza riuscire a trovare una soluzione definitiva. Andrebbe rivisto tutto il modello di gestione dei rifiuti, che non dovrebbe essere più basato sul ricorso indiscriminato alle discariche e agli inceneritori.
Ne va della salvaguardia ambientale e della salute della collettività. Una gestione dei rifiuti basata sulla combustione e sulle discariche non ha fatto altro che provocare una situazione di emergenza, alla quale si può rimediare con altri sistemi.
La soluzione migliore è prendere consapevolezza dell’importanza del riciclo e del riuso nell’ambito del ciclo dei rifiuti. La protesta simbolica degli ambientalisti davanti alla discarica di Malagrotta si collega strettamente alla giornata di sciopero proclamata per oggi, 14 novembre.
Lo sciopero infatti dovrebbe insistere anche sul problema rifiuti, affinché se ne tragga un miglioramento per la qualità di vita di tutta la società.
Dall’Ue due mesi per decidere su Malagrotta: “Minaccia a salute e ambiente”
Arriva anche l’Ue nella questione dell’emergenza rifiuti di Roma. Dopo le parole di Clini, infatti, la Commissione Europea dice la sua sulla discarica di Malagrotta. Nel farlo, però, è stata decisamente meno tenera delle istituzioni nazionali. La polemica nata sulle discariche laziali rischia infatti di tramutarsi in vere e proprie sanzioni: ci sono due mesi di tempo per rimettere tutto in ordine e adattarsi alle normative comunitarie.
Alcuni centri di raccolta e smaltimento rifiuti del Lazio, infatti, sono in evidente contrasto con la normativa europea, e questo è una grave minaccia per la salute della popolazione ma anche per l’impatto ambientale che ne deriva. L’attenzione internazionale si concentra soprattutto su Malagrotta, dato che contiene molti rifiuti pericolosi non adeguatamente trattati prima di essere abbandonati.
È compito dunque delle istituzioni nazionali cercare una soluzione adeguata e lungimirante, che non sia un semplice tappabuco ma una vera e propria risoluzione. Se alla scadenza non sarà stata presentata un’idea praticabile e interessante, la Corte europea di Giustizia non avrà dubbi nell’infliggerci una nuova ammenda. Secondo l’organo competente a livello europeo, infatti, a Malagrotta ma presumibilmente anche in altri siti di stoccaggio europei alleggia l’idea secondo la quale i rifiuti vengano infossati senza subire alcun trattamento preventivo. Una situazione inaccettabile, contraria a qualsiasi principio di tutela ambientale ma che mette in serio pericolo anche lo stato di salute della popolazione.
photo: carlo de paride



Il ministro dell’Ambiente spiega il suo punto di vista sull’emergenza rifiuti di Roma e dà le sue indicazioni su come gestirla e risolverla. La Capitale, infatti, è stata abituata ad uno smaltimento dei rifiuti dall’organizzazione distorta; la discarica capiente dove solitamente infatti veniva buttata la spazzatura ha permesso alla città e a chi l’ha amministrata di rinviare per troppo tempo il problema. Una decisione, infatti, sarebbe stata presa almeno una quindicina d’anni fa. È dal 1981 che esistono le direttive europee e dal 1991 che si parla di riduzione dei rifiuti e della gestione della raccolta differenziata, cose che a Roma non sono mai state messe in opera.
La speranza è dunque quella di riuscire a individuare nelle prossime settimane un nuovo sito temporaneo per la discarica e iniziare a sviluppare la raccolta differenziata, con l’obiettivo di raggiungere il 50% entro i successivi 18 mesi. Il bidone dell’umido della raccolta differenziata potrà essere utilizzato per il compost, materiale utilissimo per il terriccio di giardini pubblici e terreni agricoli. In questo modo, infatti, il materiale che finirà in discarica diminuirà ulteriormente, aumentando di conseguenza l’ottimale gestione dei rifiuti da riciclare.
Erano almeno tre anni che erano note le controindicazioni dell’area di Corcolle, e ora è lo stesso primo cittadino romano che conferma che la squadra è al lavoro per trovare una soluzione efficace e stabile, confermando che la proroga di Malagrotta sarà appunto solo temporanea e funzionale al rintracciamento di un’alternativa funzionale.
photo: padesig

Il no del Governo alla discarica di Corcolle


E’ arrivata la conferma del Governo sulla discarica di Corcolle: è infatti chiaro che non si sarà nessuna discarica in zona, e che quindi è scongiurato il rischio di un drammatico impatto ambientale sul noto sito archeologico di Villa Adriana. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha infatti condiviso le posizioni del ministro dei Beni Culturali Ornaghi, i quali hanno stabilito di fermare l’iter per lo sviluppo della nuova discarica; ora sono tutti al lavoro per cercare un nuovo sito più idoneo, ad eccezione del prefetto Pecoraro, presto sostituito con Goffredo Sottile. Se quindi in zona Corcolle si festeggia, altrove per monta la protesta per l’emergenza rifiuti a Roma.
L’esclusione dell’area come prossimo sito per lo smaltimento dei rifiuti -data la vicinanza con Villa Adriana- mette però in allarme altre zone di Roma, ora obiettivo sensibile per lo sviluppo della discarica.
A Riano e nella Valle Galeria, infatti, i cittadini annunciano movimenti di protesta per le possibili discariche di rifiuti che potrebbero sorgere proprio in queste aree. Il nuovo commissario Goffredo Sottile, infatti, non esclude alcuna ipotesi, ribadendo però il concetto per il quale un centro di gestione di rifiuti all’interno di Roma sarebbe decisamente più comodo.
Il vicesindaco scrive però ai responsabili dei Ministeri della Salute, della Cultura e dell’Ambiente facendo loro presente il rischio di salute pubblica nel caso in cui si scegliesse Pian dell’Olmo come spazio per la prossima discarica, ricordando inoltre che c’è un presidio h24 nella zona, stabilizzato lì proprio per fronteggiare il rischio di nuove discariche. La rivolta di cittadini e associazioni è praticamente garantita, anche perché la comunità del XV municipio subisce da più di 35 anni il peso dei rifiuti della città, senza contare l’impatto ambientale causato dalla raffineria e dall’inceneritore di rifiuti ospedalieri. Una proroga per Malagrotta è auspicata almeno per sei mesi, ma non può essere così che può essere gestito il problema. Non è una soluzione ma solo un inutile temporeggiare. Per ora, infatti, l’unica cosa certa è il no a Corcolle, grazie alla mobilitazione di comuni cittadini e movimenti per la tutela ambientale. Ma questo, ovviamente, non potrà essere sufficiente per far uscire Roma dall’emergenza rifiuti.

Le dichiarazioni ufficiali sulla vicenda


A cura di Gianluca Rini
Ecco le parole del ministro Clini sulla vicenda: “Il primo compito del nuovo commissario sarà quello di individuare un sito nuovo. Ci sono già delle opzioni in campo, o si sceglierà tra queste o se ne individuerà un’altra. Su Corcolle c’erano problemi oggettivi che non consentivano di procedere, come problemi ambientali e legati alla localizzazione vicino a Villa Adriana.”
E già si fanno delle ipotesi su quelle che potrebbero essere le soluzioni alternative alla discarica di Corcolle: Pian dell’Olmo, Monti dell’Ortaccio, Monte Carnevale oppure optare per mandare i rifiuti al di fuori della regione.
Gianni Innocenti, il presidente di Legambiente Tivoli ha dichiarato: “Vittoria condivisa con tutti coloro che hanno lottato per salvare questa Villa patrimonio dell’umanità. Vogliamo condividere questo momento con il ministro Ornaghi, Clini, con Carandini, Franca Valeri, Sabina Guzzanti, Adriano Celentano e tanti altri. Ma fino a quando non si realizzerà un piano serio dei rifiuti nel Lazio non potremo gioire completamente, perché ci sarà sempre una cava da riempire”.
photo: la_febbra

Il Governo delle banche sfregia Villa Adriana


A cura di Gianluca Rini
Il premier Monti ha deciso di rinnovare la fiducia del Governo al prefetto Pecoraro, Commissario delegato per il superamento dell’emergenza ambientale nella provincia di Roma. Eppure non si fermano le polemiche intorno alla realizzazione della discarica di Corcolle a Roma, nei pressi di Villa Adriana. La vicenda ha provocato anche la reazione del ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, il quale si è dichiarato completamente contrario alla discarica in questione.
Ecco che cosa ha dichiarato Ornaghi: “Come ho già ribadito più volte sia in sede di consiglio dei ministri sia in sede pubblica, i vincoli paesaggistici e archeologici che insistono su quell’area non sono derogabili per nessun motivo. Non possiamo permetterci un’ondata di legittime critiche internazionali. Per il bene del Paese, Villa Adriana e il suo ambiente storico-naturalistico non possono essere sfregiati.”
Anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha deciso di intervenire, chiedendo che il Consiglio dei Ministri dedichi un approfondimento alla questione della realizzazione della discarica di Corcolle.
Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, ha fatto presente: “La decisione del governo di realizzare una discarica a Corcolle è uno stupro alla cultura e alla storia del nostro Paese”.
Sembra che in questo Paese non si riesca a dare la giusta importanza al prezioso patrimonio ambientale e archeologico che abbiamo a nostra disposizione. Questo Governo ha intenzione di manifestare la propria attenzione al territorio, per rivalutarlo anche attraverso un’adeguata tutela ambientale? Lo dovremmo tenere presente tutti quanti.

Villa Adriana, i Beni Culturali dicono no alla discarica di Corcolle


A cura di Gianluca Rini
Sulla questione della Villa Adriana, che sarebbe soggetta all’apertura di una discarica nelle vicinanze, è intervenuto il Ministero dei Beni Culturali che ha detto un vero e proprio no alla discarica di Corcolle: l’area individuata non può essere utilizzata a questo scopo, perché ne va della sostenibilità ambientale dell’intera zona. Nel 2010 la Soprintendenza per i Beni archeologici di Roma aveva dato la propria autorizzazione al progetto, dichiarando adesso che si trattava di un progetto differente rispetto a quello attuale.
Da parte della Soprintendenza è stata resa la seguente dichiarazione: “Il nulla osta di questo ufficio a cui fa riferimento lo staff tecnico del prefetto Pecoraro del 10 giugno 2010, quantunque riferibile alla medesima località, non riguarda in alcun momento il progetto di discarica alternativa a quella di Malagrotta – attualmente in esame – bensì al progetto completamente diverso di un impianto per discarica per rifiuti inerti e recupero ambientale con terre da scavo, presentato con ben altra finalità dal Comune di Roma.
I Beni Culturali avrebbero confermato la loro adesione ad un’iniziativa di recupero ambientale di una collina erosa da una cava, i cui danni sarebbero stati recuperati grazie alle terre di scavo. Un recupero del paesaggio che intendeva tutelare anche Villa Adriana e la zona archeologica intorno.
Eppure secondo l’ufficio del commissario per i rifiuti Corcolle sarebbe l’unica area che permetterebbe di contare su una discarica provvisoria prima che venga chiusa quella di Malagrotta. La decisione adesso spetta al Ministro dell’Ambiente Clini.

Aperta un’inchiesta sul sito scelto per la discarica


A cura di Gianluca Rini
Le bellezze archeologiche di Villa Adriana sono messe a rischio dalla discarica di rifiuti prevista nell’area di Corcolle. La vicenda ha destato parecchi sospetti, tanto che la Procura ha dato il via ad un’indagine sulla procedura che ha portato a scegliere Corcolle e Riano come aree adatte ad ospitare due nuove discariche nel Lazio, la cui apertura è diventata necessaria in seguito alla chiusura della discarica di Malagrotta, che a buon ragione può essere considerata la più grande discarica d’Europa.
La Regione Lazio aveva messo a punto un documento sulla questione, realizzato in seguito ad uno studio, che elencava sette siti idonei per l’apertura di discariche. Lo studio era stato più volte contestato attraverso dei ricorsi al Tar e per mezzo di esposti alla Procura della Repubblica di Roma.
Ora la magistratura sta indagando e Urbano Barberini, del comitato “Salviamo Villa Adriana”, ha dichiarato: “Sono rassicurato che la magistratura stia indagando su questa torbida vicenda che sta danneggiando l’immagine del nostro Paese nel mondo, spero che Villa Adriana possa continuare a fregiarsi del simbolo patrimonio dell’umanità dell’Unesco”.
E’ stata riscontrata intanto un’anomalia nel fatto che l’impresa Ecologia Corcolle ha stipulato il contratto prima che il Prefetto individuasse il sito per la realizzazione della discarica. Si sono riscontrati diversi dati falsi, che riguardano errori, omissioni, cancellazioni, i quali destano sospetti su possibili interessi nella realizzazione delle discariche stesse.
Anche le distanze della possibile discarica dalle case sono state falsificate, non tenendo conto della sostenibilità ambientale. Non resta che vedere quali altri risultati darà l’inchiesta.

L’Unesco avverte: a rischio il titolo di patrimonio dell’umanità


A cura di Gianluca Rini
Villa Adriana potrebbe vedere essere messo a rischio il suo titolo di patrimonio dell’umanità. In seguito all’intenzione di costruire una discarica di rifiuti presso il noto sito archeologico l’Unesco ha avvertito che potrebbe rivedere le sue decisioni riguardo al considerare Villa Adriana un prezioso patrimonio da tutelare. In effetti non dobbiamo dimenticare come il progetto della discarica di Carcolle potrebbe distruggere una delle zone paesaggistiche e archeologiche più importanti d’Italia.
A rendere nota la decisione dell’Unesco è stato Urbano Barberini, coordinatore del Comitato Salviamo Villa Adriana, il quale si è rivolto al presidente della Regione e al sindaco di Roma, affinché rinuncino al progetto di sostituire la discarica di Malagrotta con una nuova discarica nei pressi del sito archeologico.
D’altronde il progetto rappresenterebbe soltanto la possibilità di trovare una scappatoia al problema dello smaltimento dei rifiuti, che non si può risolvere in modo così facile, specialmente se pensato in una prospettiva a lungo termine. Bisognerebbe invece puntare maggiormente sulla raccolta differenziata e sul riciclo, che fino ad ora non ha dato buoni risultati nel Lazio a causa del fatto che spesso i materiali riciclati finiscono in altre regioni oppure vengono messi insieme di nuovo nella discarica comune.
Il consigliere comunale di Roma Dario Nanni ha fatto riflettere a proposito della questione, dichiarando: “L’allarme lanciato sull’ipotesi che l’Unesco possa togliere a Villa Adriana il privilegio di patrimonio dell’umanità è da prendere sul serio e dovrebbe far riflettere chi con leggerezza ha individuato nel sito di Corcolle la collocazione di una nuova discarica nella Capitale.

La protesta per dire no alla discarica di rifiuti


A cura di Gianluca Rini
La questione di Villa Adriana e della discarica di rifiuti che si intende realizzare nei pressi del famoso sito archeologico continua a sollevare polemiche. E si fanno sentire adesso anche le proteste da parte dei cittadini, degli amministratori e di alcuni personaggi famosi che hanno deciso di far sentire la loro voce contro il non tenere conto della sostenibilità ambientale. La discarica di Corcolle – San Vittorino è stata individuata dal prefetto di Roma come luogo per lo smaltimento della spazzatura dopo che è stata chiusa la discarica di Malagrotta.
Il sindaco di Tivoli Sandro Gallotti ha chiesto un intervento del premier Monti e del ministro dell’Ambiente Clini, in modo da sottoporre a tutela il patrimonio paesaggistico e monumentale di Villa Adriana.
Il presidente regionali dei Verdi, Nando Bonessio, ha sottolineato come c’è la paura che la discarica non abbia in realtà un carattere temporaneo, come è stato dichiarato, ma si teme che la discarica di Corcolle – San Vittorino sostituisca completamente e in maniera definitiva l’area di Malagrotta.
Per cui Bonessio ha fatto presente: “La discarica di Corcolle sarebbe un attacco al turismo e all’agricoltura biologica, due motori di sviluppo di questa zona, e provocherebbe un danno enorme all’occupazione del territorio.
Sarebbe davvero un enorme danno ambientale, perché non si tiene conto dell’impatto ambientale che una discarica potrebbe avere su un luogo come quello di Villa Adriana molto importante per lo sviluppo del turismo.
La protesta ha voluto sottolineare come non si può dimenticare la responsabilità e come non si può scegliere con tanta facilità di fare scempio dell’ambiente.

Il pericolo dei rifiuti e del cemento


La famosa Villa Adriana corre un rischio molto grande, quello di essere messa in pericolo dai rifiuti e dal cemento. Il tutto potrebbe derivare in seguito all’applicazione del piano regionale dei rifiuti, il quale prevede di realizzare una discarica proprio vicino al luogo, in cui sorge questo meraviglioso monumento all’antichità. Come se non bastasse, il consiglio comunale di Tivoli ha deciso per una lottizzazione di 180.000 metri cubi di cemento vicino proprio a Villa Adriana. Gli amministratori spiegano che si tratta di un progetto di rilancio abitativo, che comunque implica un certo rispetto dell’ambiente.
Ma sorgono parecchi dubbi riguardo a come la riqualificazione del territorio possa garantire la salvaguardia dell’ambiente e di questo vestigio antico. Da parte dei mass media non c’è stata una grande attenzione alla vicenda e neanche i residenti sembrano accorgersi veramente dell’impatto ambientale che ne può derivare.
Tra l’altro la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Lazio si è riservata di emettere ancora una valutazione sulla questione, nel frattempo gli enti locali hanno dichiarato concluso il normale processo che dovrebbe portare a tenere in considerazione l’impatto di un’opera del genere sul paesaggio.
Vogliamo veramente far passare tutto nell’indifferenza collettiva? In questo caso si rischia veramente grosso: si mette in pericolo un patrimonio prezioso, costituito dal binomio ambiente – antichità che ci valorizza.
E non è solo questione di coscienza civile, ma anche di precludere opportunità importanti per quanto riguarda lo sviluppo stesso del territorio.

Gianluca Rini

Gianluca Rini è stato collaboratore di Ecoo dal 2010 al 2019, occupandosi di alimentazione sana, riciclo creativo ed ecologia.

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