Per contrastare la carenza di acqua si sta pensando a soluzioni ispirate al modello israeliano, che fa uso di dissalatori per distribuire acqua.
Il problema idrico non può più essere sottovalutato. Come è emerso in occasione della conferenza sull’acqua delle Nazioni Unite, sempre più persone hanno accesso ridotto all’acqua: un esempio sono Siria e Iraq, che da anni affrontano il lento prosciugamento del fiume Eufrate. A causa di surriscaldamento globale, inquinamento e uso improprio delle risorse, miliardi di persone devono affrontare carestie e siccità.
Anche in Italia, specialmente al nord (in Veneto Zaia paventa il razionamento dell’acqua), il problema non è da meno. Quello della siccità è ormai una questione non più solo stagionale, che necessita di soluzioni immediate, efficaci e capillari. Innanzitutto bisognerebbe andare ad agire sulla dispersione idrica, che nel nostro Paese si attesta sul 42% delle risorse, in aumento di mezzo punto percentuale dal 2015, quando era fissata al 41,5%.
In secondo luogo bisognerebbe andare a creare nuovi invasi, come suggerito dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. In tal modo si potrà accumulare l’acqua piovana, sfruttandola per l’irrigazione dei campi. Un’ulteriore soluzione, nei posti di mare, potrebbe essere quella di installare dei dissalatori, ispirandosi al modello israeliano.
Su questo punto è intervenuto ad esempio il sindaco di Genova Marco Bucci con le seguenti parole: “il mare è una delle più grandi risorse della nostra città. Per questo lavoriamo per la costruzione di un grande impianto di desalinizzazione in grado di portare circa 100 milioni di metri cubi d’acqua l’anno nel Nord Italia. Un progetto ambizioso, primo in Italia ma già sperimentato in altri Paesi“.
Per agire sulla questione idrica l’Italia ha a disposizione ingenti fondi europei e nazionali: si parla di ben 8 miliardi di euro. A Genova, ad esempio, il gruppo WeBuild ha varato il progetto Water is life nel 2022. L’idea è quella di costruire 16 desalinizzatori in 2 anni, con investimenti di 2,5 – 3 miliardi di euro. In tal modo si potranno ricavare 1,6 milioni di metri cubi d’acqua aggiuntiva al giorno, da usare per fini idropotabili. Il problema principale, ad oggi, rimane il costo: l’acqua desalinizzata costa circa 3 euro al metro cubo, di contro all’1,35 euro medio del resto dell’acqua.
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