L’Arpae ha effettuato nuove analisi per determinare i livelli di inquinamento delle acque dell’Emilia Romagna: i risultati fanno tirare un sospiro di sollievo.
Nuovi campionamenti da parte dell’Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna) per verificare l’inquinamento dell’acqua della riviera romagnola, contaminata dopo l’alluvione delle scorse settimane.
Gli esperti hanno rilevato che i parametri sono rientrati in tutta le aree analizzate tornate, dunque, balneabili. I divieti che erano stati imposti dai vari sindaci nei giorni scorsi possono essere rimossi in tutte le località precedentemente a rischio.
Torna balneabile l’intera riviera romagnola dopo i divieti imposti nei giorni scorsi quando le analisi condotte dagli esperti dell’Arpae avevano rilevato livelli di contaminazione più alti della soglia consentita.
Qualche giorno fa, difatti, i campionamenti dell’Agenzia avevano evidenziato come 10 delle 98 aree esaminate fossero oltre ai limiti stabiliti. Nello specifico, si trattava di sette località nel ravennate e tre della provincia di Rimini per cui era scattato immediatamente il divieto di balneazione emesso dai vari sindaci.
Anche in queste zone, come specifica l’Arpae in un comunicato diramato ieri, i parametri sono rientrati nella norma, così come in tutta la riviera dove possono essere rimossi i divieti provvisori di nuotare. L’allarme era scattato per la contaminazione dell’acqua provocata dall’alluvione che aveva colpito a maggio l’intera Emilia Romagna.
Già subito dopo l’alluvione si era temuto per la stagione balneare in Emilia Romagna considerati gli allarmanti parametri registrati dall’Arpae che avevano segnalato nelle acque la presenza di escherichia coli e enterococchi intestinali con una concentrazione mai registrata prima di allora. Data la situazione i campionamenti si erano susseguiti per monitorare l’inquinamento delle varie località.
Fortunatamente, le analisi di mercoledì hanno fatto tirare un sospiro di sollievo, ma gli esperti continueranno a monitorare la situazione costantemente. Questo perché anche nelle scorse settimane era stato rilevato un miglioramento dei parametri in alcune zone, poi, però, tornati oltre la soglia nei giorni successivi e costringendo i sindaci ad emettere nuovi divieti di balneazione provvisori.
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