Nelle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna c’è un altro problema molto preoccupante: l’emergenza rifiuti. Vediamo cosa sta succedendo.
Sono settimane difficilissime in Emilia-Romagna. Dopo l’alluvione dall’impatto immenso, che ha messo in ginocchio la Regione, i danni sono enormi. Questo evento atmosferico estremo ha avuto ripercussioni fortissime: in un solo giorno è caduta pioggia di mesi e mesi. Le conseguenze sono allarmanti.
23 corsi d’acqua sono esondati, 400 strade sono ancora chiuse e le frane sono salite a 280. Il bilancio delle vittime è pari a 14 e quello degli sfollati 10 mila. Mentre si mettono in campo soluzioni per riuscire a contenere i danni terribili di questo evento, c’è un problema enorme: i rifiuti.
Dopo la terribile alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, i danni sono incontenibili. Il dibattito su questa calamità è aperto, riflettendo sul ruolo giocato dai cambiamenti climatici. Dopo mesi di siccità, le piogge si sono scatenate come non mai. C’è chi invece ragiona su quanto bisognava lavorare a monte, facendo molto di più in ottica di prevenzione. Intanto in questi giorno il governo ha varato degli aiuti per la Regione.
In questo contesto così difficile, ad aggravare le cose ci pensano i rifiuti.
Tantissime zone sono un cumulo di macerie, mobili, libri ed elettrodomestici: un sacco di cose sparse ovunque a cui si aggiungono anche i rifiuti. La mobility Hera ha stimato come le loro tonnellate siano pari a 100 mila, mole raggiunta di solito nell’arco di 10 mesi.
Tra i tanti problemi dell’Emilia Romagna, dopo l’alluvione, c’è quello dei rifiuti. Le immagini diffuse online parlano più tante parole: le foto delle strade dell’Emilia Romagna tempestate da rifiuti stanno facendo il giro dei social. Sono da brividi. Nella Regione è allarme: i comuni più colpiti sono Cesena, Forlì, Faenza e Castel Bolognese dove per le strade oggetti del quotidiano sono sparsi ovunque e ricoperti di fango.
Vista la mole immensa di rifiuti sparsi, un gruppo cospicuo di persone, circa 250, si è messo in moto per riuscire a raccogliere gli oggetti finiti un po’ ovunque. Si lavora giorno e notte per riuscire a sgomberare le zone, ripristinando quanto prima la normalità, che per ora sembra ancora molto lontana.
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