I monitoraggi effettuatati dall’Arpae nei giorni scorsi hanno rilevato nelle acque del ravennate concentrazioni molto alte di Enterococchi intestinali.
L’Arpae (Agenzia regionale prevenzione, ambiente ed energia dell’Emilia-Romagna) ha effettuato delle analisi approfondite sulle aree di balneazione della Regione dopo l’alluvione delle scorse settimane con la conseguente contaminazione dell’acqua.
I risultati emersi dal monitoraggio hanno evidenziato come in sei zone, nella provincia di Ravenna, si era superata la soglia consentita di concentrazione di Enterococchi intestinali, batteri indicatori di inquinamento fecale nell’acqua che possono provocare infezioni gastrointestinali. La zone più colpite quelle di Casalborsetti e Marina Romea.
Emilia Romagna, acqua contaminata: le analisi effettuate in questi giorni dall’Arpae
Nelle scorse settimane, dopo l’alluvione, era scattato l’allarme acqua contaminata in Emilia Romagna tanto da far partire una campagna vaccinale, soprattutto per i soggetti impegnati nel far defluire l’acqua ed il fango che avevano invaso i comuni.
La conferma di questa circostanza è arrivata dalle analisi effettuate dall’Arpae in questi ultimi giorni. Secondo quanto rilevato dall’Agenzia, come riferisce la redazione de Il Fatto Quotidiano, in sei aree di balneazione della provincia di Ravenna la concentrazione di Enterococchi intestinali aveva nettamente superato la soglia stabilita dalla legge. Nel dettaglio, in alcune di esse si era registrato un dato 120 volte superiore ai limiti: a Casalborsetti e Marina Romea era stata rilevata una concentrazione di 24196 mpn, unità che misura la carica batterica, su 100 millilitri d’acqua, mentre quella consentita è di 200 mpn/100ml.
Secondo l’Arpae, si tratta di un fenomeno senza precedenti causato dalle piogge intense delle scorse settimane che hanno portato fango, carcasse di animali e detriti negli specchi d’acqua.
Il monitoraggio dei giorni precedenti
Già nei giorni precedenti, le rilevazione dell’Agenzia emiliana, alla vigilia dell’apertura della stagione balneare, aveva rilevato come l’acqua di 19 aree, su un campione di 98 totali, non fosse balneabile sino a quando le rilevazioni non fossero scese sotto le soglie previste dalla legge. Qualche giorno dopo, con i successivi monitoraggi, l’allarme è rientrato per 18 delle zone in un primo momento non balneabili, l’unica rimasta sopra la soglia è quella di Casalborsetti – 100 m Nord foce Canale Destra Reno.