Si iniziano a contare i danni che provengono dall’alluvione dell’Emilia Romagna. La Coldiretti tira fuori le prime stime allarmanti
Non solo i danni derivati direttamente dagli allagamenti, che hanno bloccato tutte le attività dell’Emilia Romagna per giorni. Ma le conseguenze future, che per ora ancora sono difficili da stabilire con esattezza. A rendere particolarmente triste e desolante il risultato delle piogge devastanti delle scorse settimane, è in particolare la compromissione probabilmente definitiva del suolo. Che per essere nuovamente bonificato richiederà molto tempo. Nel frattempo le attività agricole, di allevamento animali, ed in generale tutte quelle correlate alla terra subiranno un decremento talmente netto da essere emergenziale.
E questo è proprio quello che desideran i cittadini dell’area. Essere considerati dal settore pubblico come vittime, alla stregua dei terremoti dell’Aquila e di Amatrice. Con la conseguenza di leggi speciali che consentano una rapida e finanziata ricostruzione del territorio da un punto di vista edilizio e dell’economia locale.
La perdita del made in Italy dalla Romagna
La zona dell’Emilia Romagna, in particolare della Romagna, era un’area di bonifica. Dunque contadini della zona hanno impiegato decenni a trasformare un’area paludosa in una zona fertile, ricca di prodotti del territorio che potevano essere usati per l’autoconsumo, o esportati fuori regione e fuori in Italia come eccellenze del made in Italy. Purtroppo la calamità naturale che si è abbattuta nelle scorse settimane sull’Emilia Romagna ha compromesso fortemente le attività economiche derivanti dalla terra. Da ciò che risulta, al di sotto della coltre d’acqua che in molte aree è ancora presente, il suolo è diventato duro come il cemento. Dunque impermeabile all’irrigazione, e assolutamente inutile per la coltivazione del terreno, in quanto priv di tutta la sua fertilità, con l’ulteriore aggravante della produzione di muffe e batteri.
Le stime della Coldiretti
Le prime stime date dalla Coldiretti sono frutto di un monitoraggio che ha coinvolto le aree alluvionate. A quanto pare la conseguenza diretta è la perdita di almeno 400 milioni di kg di grano, perdita ancora più grave se si tiene presente che dall’inizio del conflitto russo ucraino esso è diventato sempre più una materia prima pregiata e scarsa. Inoltre 15 milioni di piante da frutto dovranno essere espiantate. Tra queste varietà ci sono pesche, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, cachi, e ciliegi. In conseguenza a ciò dovranno essere piantate di nuovo. Si ricorda che in particolare la Romagna, ma anche ed Emilia, sono famosi famosi nel mondo per la produzione di carne da allevamento, ad esempio prosciutti. Gli allevamenti di bovini, maiali, pecore, e capre hanno subito delle ripercussioni molto gravi dalle alluvioni. Innanzitutto per l’alto numero di animali morti, e poi per l’impossibilità di poter far nascere nuova erba a stretto giro che possa diventare mangime per questi animali.