Dalla Gran Bretagna arriva un’altra idea innovativa in materia di emissioni di Co2 e di efficienza energetica. L’Energy Saving Trust ha infatti rilasciato un nuovo applicativo online che consente di calcolare con ragionevole attendibilità la quantità di Co2 che viene emessa per riscaldare l’acqua utilizzata in ambito domestico, indicando alcune linee guida per comprimere tali consumi, con benefici ambientali e di bolletta.
L’Energy Saving Trust sostiene infatti che circa un ventesimo delle emissioni di carbonio complessivamente generate nel Regno Unito proverrebbero dallo sfruttamento dell’energia utilizzata per riscaldare l’acqua. Ad esser ancora più precisi, l’EST ha dichiarato che il 6% delle emissioni di Co2 totali dell’area ora considerata proverrebbero dal settore idrico, e che l’89% di queste sarebbero utilizzate per riscaldare l’acqua (pertanto, circa il 5% del totale).
Quanto sopra rappresenta, quantitativamente, un buon margine di “lavoro” per tutte le persone che desiderano migliorare il proprio impatto ambientale, riducendo lo spreco di energia legata al condizionamento dell’acqua utilizzata per scopi personali.
L’EST punta però l’attenzione anche sui benefici economici, ricordando che il 30% del costo della bolletta periodica è attribuibile proprio al riscaldamento dell’acqua: una variabile che molto spesso viene trascurata dall’utenza di servizi di erogazione di energia elettrica, anche da parte di quella cittadinanza più attiva sul fronte dell’efficienza energetica, che si dimenticherebbe spesso e volentieri di porre la dovuta cautela sul raggiungimento di una migliore efficienza idrica.
Immagine tratta da mr-loto.it
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