Arrivano i primi dati sul nuovo livello di emissioni di diossido di carbonio del Giappone. Un dato che era previsto in calo, e che è stato confermato con delle flessioni piuttosto importanti. Il terremoto, e ciò che ne è conseguito, non ha tuttavia alcuna rilevanza nella statistica che andiamo ad esaminare, visto e considerato che gli elementi ufficiali a disposizione si riferiscono all’esercizio precedente.
Il Ministro per lo Sviluppo del Giappone ha infatti pubblicamente affermato che le emissioni di gas nocivi prodotti dal Paese tra il 1 aprile del 2009 e il 31 marzo del 2010 sono calate del 5,6% rispetto all’anno precedente.
La determinante principale sottostante a questa importante flessione sarebbe riconducibile alla diminuita domanda delle fabbriche locali, che hanno trascinato le emissioni a 1.209 miliardi di tonnellate metriche.
Rispetto ai livelli del 1990, prosegue lo stesso Ministero, le emissioni sono calate di oltre 4 punti percentuali.
Ma cosa riserva il futuro? Ricordiamo come gli obiettivi del Giappone siano quelli di tagliare le emissioni del 6% rispetto ai livelli del 1990, entro la fine del 2012. Un taglio che pertanto dovrà essere piuttosto corposo in questi ultimi mesi a disposizione per il perseguimento del target nipponico, ma che – purtroppo – il terremoto, lo tsunami e i problemi energetici successivi dovrebbero aver avegolato.
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