Inghilterra, Francia e Germania – e, cioè, gran parte dell’industria e dell’imprenditorialità europea – hanno chiesto che tutti i Paesi dell’Unione Europea incrementino gli sforzi in materia di riduzione del proprio impatto ambientale, aumentando dal 20% al 30% il taglio delle emissioni di Co2. Una scelta che prosegue in un’ottica ecologica molto importante, e che avvicinerebbe il vecchio Continente agli intenti dell’altra parte del mondo.
La proposta da parte dei ministri dell’Ambiente e dell’Energia delle tre nazioni sopra ricordate incentiverebbe pertanto l’Europa a compiere nuovi e rinnovati sforzi nei confronti delle eco-energie, abbandonando il ricorso massivo alle fonti energetiche tradizionali per preferire quelle rinnovabili e maggiormente ecocompatibili, recuperando così il gap di dieci punti percentuali, entro il 2020, generato da questa modifica alle precedenti previsioni.
Di proposta, tuttavia, si tratta. Di conseguenza, affinchè nei prossimi dieci anni si possa davvero parlare di un taglio più pesante nelle emissioni nocive, occorrerà attendere una discussione presso le sedi competenti, dove pare che gli oppositori non manchino, Italia compresa.
Più positivo è invece l’atteggiamento da parte delle principali associazioni nostrane e internazionali, che ritengono questo incremento dell’impegno in termini di riduzione delle emissioni di Co2 come il primo passo verso l’abbandono preponderantealle fonti energetiche tradizionali, in favore di quelle risorse presenti in natura e utilizzabili senza impatti ambientali negativi.
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