In Inghilterra è (ancora) allarme Co2. Secondo quanto riportato da un recentissimo studio condotto dall’Istituto Nazionale di Statistica, nonostante gli sforzi compiuti nel campo delle energie rinnovabili, le emissioni di carbonio da parte delle civili abitazioni del Regno Unito sarebbe cresciuto nuovamente nel corso del 2008, l’ultimo anno al quale l’Istituto riesce a far risalire un’analisi puntuale sull’inquinamento ambientale derivante dalla conduzione delle case.
Non solo: dal 2007 al 2008, le emissioni di carbonio del settore industriale sarebbero diminuite, confermando pertanto come gli sforzi sopra ricordati, effettuati nel settore delle biotecnologie, avrebbero contribuito soprattutto a contenere l’impatto ambientale negativo delle industrie, piuttosto che quello dei consumatori nello svolgimento della propria vita quotidiana.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, ad ogni modo, circa il 60% delle autorità locali interessate dall’analisi avrebbero riscontrato un incremento delle emissioni di carbonio tra il 2007 e il 2008, contro un 40% che invece ha affermato di aver riscontrato una diminuzione dell’inquinamento domestico.
Il governo ha commentato i dati con parziale insoddisfazione, ricordando come circa un quarto di tutte le emissioni nocive del Regno Unito provengano dalle abitazioni, e come ogni cittadino spenda in media più di 1.300 sterline per pagare il consumo energetico per la propria casa.
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