Dalla centrale nucleare di Fukushima arrivano, finalmente, notizie positive, se così si possono chiamare: il premier ha infatti affermato che i reattori dall’1 al 3 si sono stabilizzati su una temperatura inferiore ai 100 gradi. L’impianto che genera l’energia atomica in Giappone si è dunque, finalmente, stabilizzato, anche se ci vorranno anni per smaltirne i terribili effetti. L’incidente, causato dopo il disastro ambientale del terremoto-tsunami, avrà conseguenze dilaganti ben peggiori e più lunghe di quelle di Chernobyl.
La situazione al momento è stabile e le emissioni radioattive sono sotto controllo: una notizia da festeggiare e non così scontata. Il suo significato, infatti, è ben più ampio di ciò che può apparire: non solo le radiazioni sono sotto controllo, ma non vi sono più rischi di fusioni nucleari. Il pericolo scampato e il totale smantellamento della struttura, però, sarà dichiarato entro i futuri 40 anni.
È questo il tempo necessario per smaltire le scorie, mentre le vite della popolazione locale continueranno a essere in pericolo (e questo accadrà nonostante la svolta green del Giappone verso le energie alternative e una più attenta tutela ambientale).
Oltre all’onda emotiva che Fukushima ha generato in ognuno di noi, dovrebbe restare la consapevolezza che l’energia pulita è la scelta migliore per fare del bene al Pianeta Terra ma anche a noi stessi. Dovrebbero ricordarlo soprattutto quei paesi che adottano ancora l’energia nucleare e che non si sono ancora convinti di convertirsi ai pannelli fotovoltaici o ad altre fonti di energie rinnovabili. Noi non siamo tra il novero di questi Stati solo grazie all’esito del referendum del 2 giugno, e di questo dovremmo continuare a essere consapevoli.
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