In materia di energia nucleare, si sa, il panorama italiano sembra fortemente diviso tra coloro che ritengono inefficace il ritorno allo sfruttamento dell’atomo, e coloro che invece ritengono conveniente e opportuno un passaggio al nucleare. Cerchiamo oggi di evidenzare la posizione dei favorevoli al nucleare, riportando alcune considerazioni effettuate da uno dei media internazionali più noti.
Stando a quanto riporta un recentissimo articolo apparso su Bloomberg, infatti, la decisione italiana di rinunciare momentaneamente al ritorno al nucleare (scelta formalizzata dopo la crisi giapponese) porterà le principali aziende della penisola in una situazione di continuità nel pagamento di tariffe energetiche molto elevate.
Bloomberg ricorda infatti come l’Italia sia l’unica – tra le principali potenze mondiali – a non utilizzare il nucleare come fonte energetica. Il piano originario prevedeva la realizzazione di quattro reattori entro il 2020, ma il programma è stato messo in stand by annuale dopo il dramma nucleare giapponese.
In questo modo, tuttavia, secondo Bloomberg l’Italia continuerà a pagare l’energia più cara delle principali controparti europee. Stando ai dati Eurostat, infatti, le società italiane pagano il doppio per l’elettricità consumata rispetto ai prezzi applicati in Francia, il 40% in più rispetto al Regno Unito e il 27% in più rispetto alla Germania.
Ma siamo sicuri che il nucleare sia l’unica strada per abbattere il costo dell’energia elettrica? Cosa ne pensate?
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