Il traguardo di 1.000 MW di energia fotovoltaica prodotta è stato superato. Ora l’Italia punta in alto, prefissandone altrettanti entro quest’anno e confermarsi al terzo posto tra i Paesi “fotovoltaici” del mondo nel 2009 (dopo Germania e USA). Il motore che spinge questo obiettivo sono la ricerca nel settore industriale e, in secondo luogo, una gestione ottimale degli ecoincentivi a disposizione dal Conto Energia. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, invece, Obama punta a migliorare la questione dell’energia nucleare, e lo fa’ adottando delle misure governative tutte sue. Scopriamo di cosa trattano.
Obama ha deciso di rendere fruibili le garanzie governative sui finanziamenti per la realizzazione delle nuove centrali atomiche, ma non solo, perchè è intenzione del Presidente anche incrementare la copertura di tali garanzie. Un preludio, quindi, di un ritorno all’atomico per gli Stati Uniti dopo 30 anni? Può darsi, visto il passaggio dei contributi da 18,5 a 54,5 miliardi di dollari per quelle garanzie già introdotte a suo tempo da George W. Bush. I più scettici, però, sostengono che questa decisione adottata dal Presidente Obama nasca dalla volontà di accattivarsi i favori dei senatori repubblicani per poter far approvare la legge sul Clima.
Pragmaticamente parlando, però, gli effetti di tale decisione non saranno molto incisivi. 19 su 26 proposte per nuove centrali nucleari in territorio statunitense -presentate nel 2007- sono state cancellate a causa dei costi eccessivi da sostenere. Si stima che nel 2020 verranno realizzati due nuovi reattori capaci di fornire su base annua una quantità di energia elettrica inferiore di un terzo rispetto a quella prodotta dai 10 GW eolici installati nel 2009 negli USA. Bisogna sottolineare però che, anche se dovessero essere costruiti altri reattori, alla luce della repressione di una decina di vecchi reattori il quadro generale del nucleare rimarrebbe immutato.
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