La Consulta ha dato recentemente una mano al fronte del no sul ritorno dell’energia nucleare in Italia. La Consulta ha infatti affermato che per installare impianti ad energia nucleare sarà necessario coinvolgere direttamente le Regioni in cui si intende costruire l’impianto di sfruttamento dell’atomo, con un interessamento dei diretti territori definito “adeguato”. Un altro “ostacolo” che insieme al referendum dovrebbe comportare un freno, perché no, definitivo, all’immediato ritorno del nucleare nella penisola.
Con il diretto coinvolgimento delle Regioni, è plausibile che vaste aree del territorio italiano alzino delle barriere piuttosto esplicite, e non solo all’interno di quelle aree amministraste dalloposizione di centro sinistra.
Si sono infatti già dichiarate contro al nucleare la Toscana, la Puglia, l’Emilia Romagna, le Marche, il Molise, la Puglia, la Basilicata, al Calabria, la Campagnia, il Piemonte, il Lazio.
Tedente al no verso il nucleare anche altre regioni, anche amministrate dal centrodestra, come la Sardegna.
La mossa della Consulta rischia in tal modo di inasprire i contrasti tra le regioni e il governo centrale, visto e considerato che i governatori regionali dovranno accollarsi la responsabilità di una simile mossa dinanzi ai propri elettori.
Insomma, la strada per il ritorno, o meno, del nucleare, potrebbe diventare molto più complessa di quanto preventivato.