Si arricchisce di personalità di primo piano il dibattito sul ritorno all’atomo. Non si tratta di grandi sorprese, ed era abbastanza intuibile che Margherita Hack e Mario Tozzi si fossero da tempo schierati sulla materia del referendum consultivo per il ritorno dell’Italia – o meno – all’utilizzo dell’energia nucleare. Ai due, il quotidiano La Stampa ha concesso uno spazio sulle proprie pagine. Vediamo cosa hanno scritto.
Nel suo contributo sul quotidiano italiano, Margherita Hack ha affermato che l’Italia acquista energia nucleare dalla Francia, dalla Svizzera e da tutti i Paesi confinanti, e che pertanto un incidente in una di queste centrali produrrebbe gli stessi danni di un incidente “domestico”.
Hack sostiene come sia importante sfruttare le energie rinnovabili come il solare e l’eolico, ricordando tuttavia come non sia sufficiente per soddisfare il fabbisogno, soprattutto quello industriale. Meglio quindi abbracciare il ritorno al nucleare, attraverso la costruzione di moderne centrali nucleari, con automatismi in grado di rendere impossibile l’errore umano.
Contrario al ritorno al nucleare è invece Mario Tozzi, secondo cui le riserve di uranio non durerebbero comunque oltre mezzo secolo. Tozzi sostiene che il costo di una centrale nucleare è di circa 10 miliardi di euro, che potrebbero essere meglio impegnati in risparmio energetico e migliore efficienza. C’è poi il problema delle scorie.
Voi con chi vi schierate?
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