Gli ultimi dati sulla radioattività nei dintorni di Fukushima (e non solo) confermano i timori in merito agli attuali livelli nei mari giapponesi e nei pesci che vivono in tali aree. La causa sembra essere riscontrabile nell’utilizzo, da parte della Tepco, di acqua marina al fine di raffreddare i reattori nucleari dell’impianto maggiormente colpito dal terremoto e dal sisma dell’11 marzo 2011.
Proprio per questo motivo, l’associazione dei pescatori della prefettura di Fukushima ha chiesto formalmente alla Tokyo Electric Power di sospendere la fuoriuscita di acque radioattive nell’Oceano, iniziate in maniera massiva nel corso della giornata del 3 aprile per favorire le operazioni di riparazione delle unità.
Le attività di pesca nella prefettura di Ibaraki continuano inoltre ad essere sospese, proprio per i pericoli di elevata radioattività nelle acque e in aria. Stando ai dati forniti dall’agenzia nazionale di Polizia, con sede a Tokyo, il numero dei morti e delle persone scomparse in seguito al drammatico evento dello scorso mese è salito fino a quasi 28 mila unità.
A supporto dei comportamenti della Tepco è tuttavia giunta l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che sta cercando di calmierare i patemi d’animo per un pericolo più esteso di radioattività del pescato.
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