L’energia pulita sta cambiando il mondo del lavoro: nuove occupazioni

C’è chi nel 2022 ritiene ancora che la transizione verso energie rinnovabili sia un costo sociale eccessivo. Trascurando le nuove occupazioni che entrano in gioco

energa green posti di lavoro
Energia fonti rinnovabili (Foto Unsplash)

Da qualunque angolazione si voglia vedere la questione i sostenitori dell’economia ancora basata sulle fonti non rinnovabili di energia non hanno argomentazioni a favore. Certo, il mercato dell’energia smuove interessi enormi ed altrettanti profitti. tuttavia, mettendo sulla bilancia l’interesse collettivo con quello personale, non ci dovrebbero essere dubbi su quale favorire. Numerose ricerche confermano che la crisi climatica sta mettendo in difficoltà il mondo del lavoro. L’ultimo spauracchio per sostenere le energie non rinnovabile crolla miseramente. Nella scorsa estate, la più calda registrata in Europa, lo stress termico ha vistosamente compromesso le attività lavorative.

Con la conseguenza che sono stati riorganizzati turni di lavoro, e riconosciuta la cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) per sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovute al caldo eccessivo. Inoltre non si deve sottovalutare la spesa pubblica per la pianificazione della risposta alle emergenze. Tre anni fa, quando la questione era meno sensibile, l’International labour organization (Ilo) aveva messo in guardia sullo stress termico nel mondo lavorativo. Anche contenendo il riscaldamento globale entro +1,5°C a fine secolo, entro 8 anni si perderà l’equivalente di 80 milioni di posti di lavoro a causa del caldo,con la conseguenza di perdite economiche stimate a livello globale in 2.400 miliardi di dollari.

Energie rinnovabili: riduzione dello stress termico e nuovi posti di lavoro

energa green posti di lavoro
Energia fonti rinnovabili (Foto Unsplash)

Al livello europeo, le politiche che più si stanno orientando seriamente verso spinta alla transizione energetica stanno creando occupazione nel reparto delle energie rinnovabili tali da superare l’impiego nel settore combustibili fossili. Passare ad un’economia decarbonizzata e fondata sulle energie rinnovabili – in grado di alimentare anche l’idrogeno verde, la mobilità elettrica, le batterie per lo stoccaggio dell’energia – farebbe risparmiare 12 trilioni di dollari a livello globale. Lo dimostra il nuovo studio Empirically grounded technology forecasts and the energy transition, appena pubblicato da un team di ricercatori di Oxford.

L’autore principale dello studio, Rupert Way, come riporta un articolo di Greenreport, spiega: “I vecchi modelli che prevedevano costi elevati per la transizione verso l’energia a zero emissioni di carbonio hanno scoraggiato le aziende dall’investire e hanno reso i governi nervosi riguardo alla definizione di politiche che accelerino la transizione energetica e riducano la dipendenza dai combustibili fossili”.

“Ma i costi dell’energia pulita sono diminuiti drasticamente nell’ultimo decennio, molto più velocemente di quanto previsto da quei modelli. La nostra ultima ricerca mostra che la crescita delle tecnologie verdi chiave continuerà a ridurre i loro costi, e più velocemente andiamo, più risparmieremo. Accelerare la transizione verso le energie rinnovabili è oggi la soluzione migliore, non solo per il pianeta, ma anche per i costi energetici“.

Il problema è il modo ed il reale interesse delle politiche nazionali nel passare ad una transizione reale. L’Italia fa parte dei paesi più arretrati sul tema.

Gestione cookie