E’ tempo di saldi, ma quanta energia consumano i negozi che lasciano sempre aperte le porte, nonostante i divieti comunali?
Anche se sono passati solo pochi giorni dagli acquisti per i regali di Natale, si è di nuovo pronti a spendere soldi grazie ai saldi invernali. Ovviamente, data la crisi che grava sugli italiani, probabilmente si approfitterà dei sconti per acquistare beni che altrimenti avrebbero un costo troppo elevato e perché no, riuscendo anche a togliersi qualche sfizio che magari durante il resto dell’anno è impossibile comprare.
Ma una questione che riguarda l’energia, sorge: ovvero i negozi che lasciano le porte aperte, nonostante alcuni divieti comunali, quanta energia consumano? La risposta lascerà di stucco.
Saldi, quanta energia è consumata dai negozi con le porte sempre aperte?
Le temperature, causa crisi climatica, quest’anno non sembrano voler scendere e nella maggior parte delle città italiane sì, sono scese rispetto l’estate ma l’inverno è ben lontano. Ciò non toglie che in alcune città siano fredde o che comunque all’interno di negozi, soprattutto di abbigliamento, si punti sempre ad avere temperature più che confortevoli per i clienti.
D’altro canto però si vogliono sempre lasciare le porte aperte come incentivo ed invito ai clienti ad entrare. Nonostante alcuni divieti comunali, aggirati con la motivazione di “disincentivo all’ingresso“, l’entrate delle attività restano sempre spalancate e per poter mantenere quel tepore interno vengono utilizzate le barriere d’aria.
In particolar modo queste tecnologie sono utilizzate a pieno regime in questo periodo, quello dei saldi. Le lame d’aria dunque sono barriere all’ingresso dei negozi che evitano la dispersione della temperatura, quindi nonostante la differenza di gradi dall’esterno e l’interno, le attività commerciali avendo le porte aperte non permetteranno alle temperature gelide di entrare (o in estate quelle calde).
Come per gli elettrodomestici più sono di ultima generazione e minore è il consumo, ma questo non evita l’enorme utilizzo di energia senza contare che a tutti gli effetti questa grande soluzione non sono. “Non appena qualcuno le attraversa, le correnti d’aria vengono comunque disturbate. Non sono assolutamente adatti per essere utilizzati vicino a una porta” sono le conclusioni di uno studio dell’Università di Cambridge, riportate dagli autori della campagna “Close the door“, “[…] una stufa a soffitto non è una barriera d’aria, ma spesso viene confusa con essa. […] le cosiddette “barriere d’aria” sopra la porta sono tra i maggiori sprechi di energia: una sola consuma 24kWh al giorno. Ciò equivale a emettere 92 kg di CO₂ a settimana” spiegando “ovvero più emissioni di un viaggio di andata e ritorno in pullman da Glasgow a Londra“.
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Infine, a quanto riportato dall’Imperial College e del Kings College di Londra, sembrerebbe che se si chiudessero le porte, si ridurrebbe di ben 1/3 l’inquinamento atmosferico dei negozi.