La Marina americana ha dichiarato di voler investire oltre 100 milioni di dollari nello sviluppo di progetti di incentivazione dell’utilizzo dell’energia solare. Un intervento complessivamente molto deciso, per uno sforzo finanziario che, pur non segnando un’inversione di tendenza eccessivamente ecologica da parte della U.S. Navy, pone tuttavia sul piatto della bilancia alcuni supporti utili per ridurre le emissioni nocive, e migliorare così la contribuzione delle eco-energie.
La Marina americana ha infatti formalizzato la conclusione di 5 contratti valutati poco oltre 100 milioni di dollari, che serviranno a migliorare le fasi di progettazione, installazione e gestione dei pannelli solari da predisporre sui tetti degli edifici occupati dalle forze armate degli Stati Uniti d’America in alcuni Paesi come l’Arizona, il Colorado, il New Mexico, lo Utah e, infine, il Nevada, zone con un’ampia esposizione solare e un clima maggiormente propenso allo sfruttamento dell’energia solare.
L’investimento di 100 milioni di dollari fa seguito ad alcuni interventi ecocompatibili non remoti nel tempo, che hanno permesso – ad esempio – l’installazione di un impianto fotovoltaico nella nota base di Pearl Harbour, e alcuni moduli di sfruttamento dell’energia geotermica dislocati in diverse strutture appartenenti alla stessa U.S. Navy.
Oltre che sul fronte del comparto civile, pertanto, gli Stati Uniti stanno dimostrando di aver premuto il pedale dell’acceleratore sugli investimenti ecologici altresì su quello militare, nella speranza che il ricorso alle fonti tradizionali di energia (carbone, petrolio, ecc.) possa gradualmente, ma rapidamente, ridursi con il passare degli anni.
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…