Negli Stati Uniti ha preso il via l’applicazione del Clean Air Act, una serie di disposizioni più o meno invasive finalizzate al contenimento del livello di inquinamento dell’aria. Le regole, predisposte dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente, secondo le principali stime dovrebbe essere in grado di creare almeno 1,5 milioni di posti di lavoro. E qui da noi? Arriverà l’ondata occupazionale “verde”?
Per dare una risposta, occorre prima di tutto chiarire come va a incidere il Clean Air Act sull’economia contemporanea statunitense.
Le regole dell’EPA sono principalmente volte a rinnovare e realizzare nuove opere di ingegneria eco-energetica, le quali richiederanno la nascita di vere e proprie nuove professioni, ancora in fase di parziale definizione formativa.
Qui in Italia la strada da compiere in tal senso è ancora piuttosto lunga, e difficilmente vedremo qualcosa di simile al Clean Air Act nella penisola. Non tutte le notizie provenienti dagli States sono oltre tutto positive: le critiche al sopra ricordato Act iniziano ad essere tante, a causa dei timori di possibili licenziamenti, in capo a quelle aziende inquinanti che non riusciranno a compiere gli investimenti eco-energetici previsti per il rispetto delle norme definite.
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